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MASS IMO D'AZEGLIO,

Testa di

vecchio.

Olio su tela, s.d. (Tori–

no , Galleria Civica d'Arte

Moderna e Contemporanea,

dono del marchese Emanuele

d'Azeglio, 1877).

M.V. a considerare se

è

giusto, che ve ne sien tante per restituire, e così poche per

occupare le altrui proprietà

L.,]

È

volere della M.V. che le proprietà dei suoi sudditi

vengano rispettate fino allo scrupolo, come lo sono a Milano, ed in altri paesi; ricorro

dunque a quella, e confido vorrà aver riguardo all'urgenza del caso in cui mi trovo, e

ripormi in grado di tornare a compiere i lavori de' quali la medesima mi ha voluto

onorare»26. Messaggio doppio che, accanto al ripudio irriverente del diritto ammini–

strativo feudale, esige dallo stesso re il riconoscimento di un diritto almeno uguale se

non superiore: quello della libertà dell'artista. L'impossibilità di venire a capo di que–

ste difficoltà lo fece scattare in quella sfuriata del patente crocione.

Stranamente, nello stesso tempo che Torino fungeva da repellente, la città e i din–

torni esercitavano una carica attrattiva. Dapprima consolatoria. Due volte, frastornato

dalle pene d'amore e dalle escandescenze femminili, 1'Azeglio si rifugiò in Piemonte.

È

interessante vedere allora come egli si rannicchiava nell' alveo protettore della città

materna o si espandeva in cerca di serenità nei paesaggi familiari della collina o della

montagna piemontesi. Non

è

il

Piemonte del

Poemetto cavalleresco

anche terra «Di

fertili campagne, e di soave / Temprato clima»?27

Dopo le prime avvisaglie con Luisa Blondel, che cominciarono purtroppo presto, si

confusero utilmente le sortite in direzione del Piemonte per studiar dal vero e le diplo–

matiche prese di distanza che lo allontanarono da Milano, prima puntualmente, poi,

progressivamente, più a lungo, per villeggiature meno fugaci, durante le quali si intrec–

ciarono tresche sentimentali più o meno evanescenti che prelusero alla separazione dalla

moglie, consumata 1'8 marzo 1844. Queste evasioni dalla realtà ostile offrivano un rin-

392

26

A Carlo Alberto, 22 gennaio 1839,

Epist. ,

I, p. 367.

27

Ibidem,

I,

p.

6.