

MASSIMO D'AZEGLIO,
La Sacra di
S.
Michele da levante.
Olio su tela, 1827 (Torino, Galleria Civica d'Arte
Moderna e Contemporanea, dono del marchese Emanuele d'Azeglio, 1877).
Michele Amari o Carlo Gemelli. Queste amicizie, non ancora veramente politiche,
queste concordanze ideali, si annodavano frammezzo alla stesura svogliata di qualche
capitolo della
Lega lombarda
22 •
Dopo quelle svariate e nuove esperienze il confronto con Milano rese ancora più
severa l'insofferenza verso la città natale: «Ogni volta ch'io tornavo a Torino sempre
più spiccato m'appariva il confronto fra la vita torinese e la milanese. Quell'abuso di
regolarità, di formalità, di distinzioni sociali, di gesuitismo, quella mancanza assoluta
d'ogni sintomo d'energie e di vita che m'opprimeva in Torino, non poteva essere com–
pensato nemmeno dal piacere di rivedere tanti amici e parenti che v'avevo, e dall'in–
canto che più o meno si sprigiona dagli oggetti, dalle mura, dall' aria che ci han visto
nascere»23.
Ma nello stesso tempo si strinse tra Torino e Milano una relazione privilegiata,
attraverso i suoi frequenti ritorni e attraverso il suo carteggio col fratello Roberto, col
cugino Balbo, con gli amici torinesi, Cesare Benevello, l'abate Gazzera, Carlo Moroz–
zo, Luigi Provana, Federico Sclopis, Salvatore Pes di Villamarina, Giorgio Bidone. Al
consorzio con Massimo fu debitore Roberto della nuova politica culturale pubblica da
lui attuata come direttore della Reale Galleria 24 .
L'astio contro il Piemonte, contro gli ordinamenti dello Stato, contro la propria
condizione di cadetto di una illustre prosapia sabauda e contro la cultura feudale rag–
giunse l'apice durante l'ultima fase della sua spiemontizzazione fondiaria. Erede dei
feudi di Azeglio e di Genola, Massimo ebbe da combattere aspra guerra sia contro il
primogenito che contro
la
burocrazia sarda. A Roberto: «non avendo fede né nelle
primogeniture né nell' aristocrazia, né nel bisogno che, da quel che dici, ha il mondo
della medesima per sussistere, ed essendo libero, e tuo eguale ec...»25 . Al re scrisse: «Si
risponde ai miei reclami adducendo sempre nuove formalità da adempiersi. Prego la
22
Epist.,
II, p. 288.
23
Ricordi,
p.
392.
24
MARTINA CORGNATI,
Massimo d'Azeglio nella vita,
nell'arte e nella storia,
in
Massimo d'Azeglio pittore
cit.,
pp.
20-21.
25
A Roberto, luglio 1832,
Epist.,
I, pp. 120-121.
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