

nelle opere della maturità. La valutazione della filosofia tedesca si era poi arricchita e
complicata in ragione di una considerazione più ravvicinata, e fortemente critica, del–
l'idealismo hegeliano, classificato sotto la categoria del panteismo. Gli spiriti polemici
verso la filosofia francese, che sorreggevano l'inesausto invito rivolto da Gioberti agli
italiani a liberarsi dalla sudditanza culturale nei confronti della vicina nazione latina,
divennero via via meglio argomentati, sino a individuare nella filosofia di Cartesio, nel
suo metodo analitico, e nel soggettivismo che ne era derivato, il decisivo punto di frat–
tura che aveva tagliato i rapporti tra filosofia e religione, il momento di rottura che
aveva innescato il cammino della filosofia verso il sensismo, lo scetticismo e l'ateismo
moderno. Anche il primato filosofico riconosciuto all'Inghilterra si venne sfumando,
in coincidenza con l'enunciazione, e lo sviluppo, dell'idea del primato italiano. Il quale
tuttavia non venne mai inteso da Gioberti in conflitto con l'idea d'Europa, concepita
come «un compendio del mondo», e comprendente «tanta varietà di doti, di attitudi–
ni, di uffici e di fortune, quanti sono i membri componenti la sua cristiana e politica
fratellanza»; e sempre venne pensato, non alla stregua di «una vana grandigia da solle–
ticare l'amor proprio di chi lo possiede», bensì piuttosto quale «arduo e gravoso mini–
stero» al servizio di tuttF .
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V.
GIOBERTI,
Del primato civile e morale degli Italia–
ni
cit., p. 26.
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