

Torino vista da Modena
di Alba Mora Ortalli
AlI nome glorioso e imperituro/ di /Carlo Alberto di Savoja/ che fattosi capitano d'indipendenza/
e/ ristauratore della potenza italica/ nell'anno MDCCCXLVIIII i popoli dei ducati di Modena e di
Reggio/ di Guastalla e del Frignano/ tornati
in
piena podestà di se medesimi! elessero a loro Re/ per
voto spontaneo solenne universale/ al cospetto/ di Dio ottimo massimo/ datore agli uomini di
libertà/ alle nazioni d'indipendenza.
Con questa dedica lo storico reggiano Nicomede Bianchi, che aveva partecipato in
prima persona agli eventi del '48, dava alle stampe nel 1852, a Torino, la sua opera
in
due volumi dal titolo
I Ducati estensi dall'anno
1815
all'anno 1850.
Bianchi, liberale
moderato, inaugurava così una serie di scritti sul Risorgimento negli Stati estensi che -
come è stato osservato - esprimevano la posizione storiografica dei «vincitori»!. In
realtà, quel «voto spontaneo solenne universale» rispecchia ben poco dello sfaccettato
e complesso panorama politico modenese così come si presentava tra la primavera e la
tarda estate del 1848.
Delle quattro città dei ducati emiliani, avamposti piccoli ma strategicamente
importanti del sistema politico e militare dell'Austria in Italia
2 ,
Modena è sicuramente
la più restia a riconoscersi nella proposta liberaI moderata che mirava alla creazione,
mediante plebisciti di fusione al Piemonte, di un regno dell'Alta Italia sotto l'egida di
casa Savoia. Chi era sensibile agli ideali di indipendenza e condivideva la diffusa ansia
di riforme cui le straordinarie notizie provenienti da Vienna avevano dato nuovo vigo–
re, era piuttosto a Pio IX che pensava. Non a caso il 19 marzo, nella domenica che
diede inizio alla stagione rivoluzionaria modenese, era la giunchiglia bianca e gialla
che fungeva da simbolo ai dimostranti. Nell' affollato passeggio che si snodava sulle
mura della città, «Uomini e Signore portavano, quelle al seno, questi all'occhiello del–
l'abito, fiori che ripetevano i colori del vessillo di PIO IX, dell'iniziatore della cattolica
libertà. Giovani animosi e caldi della patria ne distribuivano a chi ne mancava»3.
Durante il confuso periodo immediatamente successivo alla fuga del duca France–
sco V, allo scioglimento della Reggenza da questi nominata e alla formazione di un
l
ALDO BERSELLI,
Movimenti politici e sociali a Mode–
na dal
1796
al
1859,
in
Aspetti e problemi del Risorgimen–
to a Modena,
Modena, Spcietà tipografica modenese–
Mucchi, 1963 , pp. 12-13. Si veda anche GIOVANNI SFOR–
ZA,
Esuli estensi in Piemonte dal
1848
al
1859,
Modena,
G. Ferraguti e
c.,
Tipografi, 1908 (Estratto
dall'Archi–
vio Emiliano del Risorgimento nazionale,
anni I e II) , pp.
20-22 .
2
MARCELLA PINCHERLE
ARA,
L'Austria di fronte alla
crisi di un ducato italiano: Parma tra Maria Luigia e Carlo
II,
in «Rivista Storica Italiana», CVIII (1996) , fase. 1, pp.
88-148.
3
ENRlCO SORAGN!,
Cronaca del Riscatto di Modena,
in
«Bullettino ufficiale dell'Italia Centrale» , 22 marzo 1848.
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