

cito e dell'Accademia militare, lo stato avanzato dei lavori pubblici. Osservava: «Les
Piémontais sont plus experts dans les sciences, la guerre et les métiers , que dans les
arts»3. Apprezzava anche gli ospizi, tra i più puliti e ordinati d 'Europa. Rimase inoltre
colpito dalla vita sociale che ruotava intorno ai caffè del centro:
La vie de café est commune
à
Turin , et ne nuit pas
à
la considération, car elle est pratiquée non seu–
lemen t par les riches désreuvrés, mais encore par les premiers fonctionnaires , et meme les ministres.
Les meilleurs cafés reçoivent une assez grande quantité de journaux nationaux, étrangers, politi–
ques, scientifiques et littéraires, ainsi que les principales revues. Ils suppléent ainsi aux cabinets de
lecture.
Il Fiorio e il San Carlo erano ai suoi occhi i locali più prestigiosi. Un capitolo a parte
era dedicato alla cucina piemontese, vivamente raccomandata ai lettori. Si menzionava–
no il risotto , gli agnolotti, le lamprede, i grissini, «très agréables, très digestibles, pour–
vu qu' on ait des dents», e, tra i vini, il barbera, il barolo, il caluso. La moda torinese,
invece, era apprezzata soltanto nella misura in cui assomigliava a quella francese:
Les étoffes de soie et le velours fabriqués en Piémont imitent si habilement les produits lyonnais,
qu' i]s se débitent comme tels; ce qui nuit
à
]eur propre célébrité. Turin est peut-etre la première ville
de ]'Italie pour la mode et l'élégance des toilettes. Les articles de Paris y arrivent, et pour s'exprimer
dans la langue des demoiselles de nos brillants magasins, ils sont très bien portés
4 •
Ci
si è soffermati su questa testimonianza di Valery, perché contiene una delle
poche descrizioni della città di Torino apparse in Belgio tra il 1830 e il 1848. Il viaggio
in Italia, all'epoca, era di moda, ma soprattutto per motivi religiosi. Era Roma la meta
privilegiata. Per i belgi, l'Italia era soprattutto il Papa e lo Stato pontificio. Pochi viag–
giatori sceglievano di passare per Torino. L'impressione è confermata dalla lettura dei
quotidiani e delle principali riviste, che alla capitale del regno di Sardegna dedicavano
pochissimo spazio. Pure per la giovane diplomazia belga non si trattava di una capitale
di primaria importanza. Soltanto nel 1840 Bruxelles decise di istituire una rappresen–
tanza diplomatica stabile presso la corte dei Savoia. Fu delegato Charles-Hippolyte
Vilain XIV5, dapprima in qualità di incaricato d'affari, quindi, nel 1846, come ministro
residente. Il diplomatico belga , attento osservatore delle cose piemontesi, instaurò
buone relazioni con la corte torinese, sebbene ne criticasse il rigore e le tendenze con–
servatrici. I suoi rapporti non contengono notizie interessanti sulla vita della città: pare
che il rappresentante belga uscisse raramente dai consueti circuiti diplomatici
6 •
Se gli interessi politici belgi in Piemonte erano in questo periodo piuttosto ridotti,
quelli economici crebbero rapidamente. Il Vilain XIV si attivò per intensificare le rela–
zioni commerciali tra i due paesi. Il Piemonte divenne uno sbocco importante per l'in–
dustria belga , che partecipò alla creazione della rete ferroviaria, inviando esperti e
istruendo in Belgio tecnici sardi e piemontesi. Da Torino, intanto, si guardava molto al
Belgio, senza però che tanto interesse fosse ricambiato. Il Belgio, nazione cattolica che
aveva abbracciato con convinzione i principi del liberalismo dopo la rivoluzione del
1830, era generalmente considerato un faro dai liberali dei paesi europei. «La libertà
come in Belgio» era uno slogan caro ai liberali e ai moderati italiani. Non è un caso
che Gioberti abbia scritto il suo
Primato
proprio a Bruxelles (1843).
3
VALERY,
Voyages historiques
cit., p. 595 .
4
lbid.,
p.
602.
5
Vilain XIV , Charl es-Hippolyte, visconte (1796 -
1873), luogotenente al servizio dei Paesi Bassi (1818);
membro degli Stati provinciali dal 1822 al 1830; membro
del Congresso nazionale e commissario alla Conferenza
di Londr a del 1830; in ca ri ca to d 'affari in Torino
(25/ 11 / 1840-7/3/1846); mini stro reside nte a To rino
(7/ 3/ 1846-119/ 1848); successivamente ministro residente
a Madrid (119/1848-118/ 1855). Si veda GASTON BRi\IVE e
ISTVA MONDOVITS,
Le corps diplomatique et consulaire
462
beIge en Italie (1830-1914),
in «Risorgimento», Bulletin
semestriel, Bruxelles, XII (1969), nn. 1 e 2; XIII (1970),
nn. 1 e2 .
6
Si veda pure EUGEN IO PASSAMONTI,
Il primo mini–
stro belga in Torino ,
in VITTORIO ClAN e GIAN CARLO
BURAGGI (a cura di),
Belgio e Piemonte nel Risorgimento
italiano,
Torino, Chiantore, 1930, pp. 126-158. L'opera,
sebbene datata per quanto riguarda lo stile e i giudizi,
contiene informazioni interessanti, nonché alcuni docu–
menti, conformi all'originale, conservati negli archivi del
ministero degli Affari esteri di Bruxelles.