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Azeglio pubblicò qualche articolo sui giornali inglesi nel corso del 1847, ma in tutti

si trattava degli affari della Romagna e non si accennava affatto né a Torino né al Pie–

monte in generale. Chiedeva all'amico Horsman:

I shouJd wish it

[Il

Programma d'Italia]

might be translated and published in whatever form

in

Lon–

don, in order to let our actual state of things and sentiments be known . [. .. ] Mrs. Davenport, who

interests herself much in our affairs and is one of our most fervent friends , has arranged with [... ]

the «Edinburgh Review» that an artide on the Italian question should be published in

J

ulyl 6.

Insomma, anche per il ceto colto torinese, la questione unitaria - e gli awenimenti

extra-torinesi - furono considerati di importanza superiore a una diffusione dell'im–

magine di Torino alla vigilia delle rivoluzioni del 1848.

Due vicende londinesi nel corso degli anni quaranta aggiunsero ulteriore forza

all'immagine diffusa dall'Abercromby da Torino, di una società e di una cultura poli–

tica subalpina reazionaria e intollerante. Queste vicende toccarono direttamente il

ceto colto progressista di Londra ed ebbero un peso non piccolo nel suo orientamento

nel 1848. Entrambi i fatti riguardarono Giuseppe Mazzini, adorato dal mondo lettera–

rio e intellettuale di Londra

'7 .

Nel novembre 1841 Mazzini aveva fondato una scuola a Londra per i bambini delle

famiglie italiane povere residenti nella capitale ed eventualmente anche per gli adulti

della comunità italiana. L'impostazione degli studi fu rigorosamente laica e basata sulla

storia italiana, insieme agli elementi fondamentali della lingua e della matematica.

Subito

il

sostegno della parte più radicale della intellettualità di Londra fu rilevante:

fra i sostenitori più celebri ricordiamo Thomas e

J

ane Carlyle, i lords Radnor e Shafte–

sbury - l'ultimo noto come l'autore del

Ten Hours ' Act

e famoso difensore del sotto–

proletariato inglese, il filosofo e deputato radicale]. S. Mill, la vedova di lord Byron,

alcuni membri della famiglia Wedgewood

l8 .

Nonostante tale mobilitazione, pochi mesi

dopo, nell'aprile 1842 , il cappellano dell'ambasciata sabauda a Londra, padre Baldac–

coni, denunciava la scuola laica dal pulpito e scomunicava gli studenti della scuola

come eretici. Mazzini rispose che la motivazione di Baldacconi era di natura politica, e

a questa si univa l'irritazione perché la scuola sottraeva gli studenti più intelligenti alla

scuola dell'ambasciata. Vi fu anche qualche aggressione contro la scuola, forse orga–

nizzata dal governo sabaudo. Comunque, Baldacconi non fu senza sostenitori a Lon–

dra. Ironicamente , la rivista ultra-protestante e conservatrice «The True Tablet»

attaccò la presenza di Mill, fra gli altri, come direttore della scuola, dal momento che il

filosofo si dichiarava apertamente ateo, in contraddizione con la legge sull'istruzione

pubblica in Inghilterra

19.

Con tutto ciò, la strana alleanza tra il conservatorismo politi–

co-religioso sabaudo e il protestantesimo evangelico non-conformista inglese mancava

della forza sufficiente per affrontare la massiccia ondata di simpatia per Mazzini esplo–

sa tra il ceto colto di Londra. L'importante giornale filo-radicale «The Morning Post»

scese in campo per Mazzini e applaudì al carattere e al contributo della sua scuola alla

vita della capitale

20 .

Dopo altre aggressioni contro la scuola, la campagna del «Mor–

ning Post» e la voce influente dei suoi amici fecero sì che la scuola fosse sottoposta alla

protezione della polizia

21 •

Il confronto tra «i lumi» di Mazzini e le forze dell'oscuranti–

smo - sia inglesi che piemontesi - rafforzò la stima per Mazzini da parte del ceto colto

di Londra. Il clima dell'opinione pubblica e le conseguenze più ampie di questi awe–

nimenti si colgono perfettamente nelle parole di

J

ane Welsh Carlyle, la moglie del

famoso e influente intellettuale. Scriveva dopo un attentato contro la scuola nel

16

Mass imo d 'Azeglio a Edward Horsman , giugno

1847,

ibid ,

p.

521.

17

Per esempio, la famiglia Carlyle considerava Mazzini

fra gli amici più cari, come si vede costantemente in

The col·

lected Letters 01 Thomas and Jane Welsh Carlyle,

Durham,

N.

c.,

1987, voI!. XIV-XXI (1 841 -1847). Per Mazzini a

474

Londra si veda

D ENIS

MACK

SMITH,

Mazzini,

London e

New Haven, Vale University Press, 1994, pp. 38-43.

18

D .

MACK

SMITH,

Mazzini

cit., pp. 38-39.

19

«The True Tablet», 27 aprile 1842.

20

«The Morning Post», 12 novembre 1842.

21

D .

MACK

SMITH,

Mazzini

cit., p. 39.