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futuro viaggiatore, su Torino. Egli riteneva che chi fosse in cerca di «antichità», e in

particolare di «pezzi di particolare fama», vi avrebbe «concluso velocemente il proprio

soggiorno». Infatti, Torino era interessante soprattutto come città «nuova», e «in tutta

Torino, che in tempi recenti era stata completamente ricostruita, si dovevano spalanca–

re gli occhi per la meraviglia». Goethe padre era rimasto colpito dalle «strade diritte,

lunghe e larghe», e così aveva stabilito che, «poiché le case sono tutte della stessa

dimensione, tutto sembra ancora più imponente». A ragione si testimoniava ovunque

che la città era «elegante e bella», che la strada verso Porta Nuova si poteva definire

«veramente regale», e la reggia oltremodo sfarzosa. Caspar Goethe criticava peraltro

anche i difetti di questa struttura urbana: l'ampliamento e l'uniformazione forzata

delle case non sarebbero state condotte tanto dalla «ragione», quanto piuttosto dalla

«volontà dei regnanti», l'uniformità esterna all'interno delle case avrebbe causato una

diseguaglianza senza pari. Però, così riassumeva l'osservatore del nord, «forse il gusto

del Re potrà ancora cambiare quando si accorgerà di quanto male e quanto poco bene

ne nasce». La corte torinese sarebbe stata inoltre «la più sfarzosa e piacevole di tutt'I–

talia» e anche sulla pulizia erano state date disposizioni adeguate: «Per quanto riguar–

da la pulizia delle strade, le si pulisce per mezzo di un ruscello che si rivela molto utile

anche in caso d 'incendio»2.

Descrizioni dettagliate di Torino e del Piemonte come quelle della metà del

XVIII

secolo si troveranno molto raramente nelle successive narrazioni di viaggio tedesche e

austriache. Comprensibilmente, statistici, economisti ed etnologi austriaci, tra essi ad

esempio il famoso agronomo Johann Burger3, non erano disposti ad analizzare in que–

sto modo il «vicino» Piemonte su incarico del governo austriaco, e anche nelle descri–

zioni «generali» dell'Italia, ad esempio nei noti

Italienische Zustdnde

di Carl J oseph

Mittermaier, ci si occupa del Piemonte-Sardegna, ma anche delle altre regioni, solo nel–

l'ambito di inchieste più generali, ad esempio sull'istruzione, sulle istituzioni benefiche

o sul livello morale della popolazione

4 •

Nel confronto con il resto d'Italia, il Piemonte

qui, a ridosso della Lombardia, otteneva un eccellente secondo posto: l'istruzione nei

primi quarant'anni dell'Ottocento era migliorata considerevolmente soprattutto nelle

città, anche se non altrettanto nelle campagne, dove si rivolgeva troppo poca attenzione

alla formazione dei giovani. Veniva sottolineata con grandi lodi l'azione che aveva svol–

to a Torino il professor Troya, il cui intervento si era indirizzato «con grandi benefici»

al miglioramento del sistema educativo nella capitale e nelle città piemontesi. I manuali

di Troya venivano recensiti con parole di elogio: raramente, si osservava, era possibile

trovare testi scolastici che riunissero in sé tanto «senso pratico», tanto «sviluppo logico,

tanta chiarezza e arte per arricchire le anime dei bambini con utili conoscenze»5.

Per quanto riguardava le istituzioni a sostegno e per l'educazione dei fanciulli pove–

ri, come ad esempio l'Albergo di Virtù di Torino, in cui si insegnavano diversi mestieri

a più di cento giovani, si segnalava in tono positivo come soprattutto in Piemonte, evi–

dentemente, la «carità delle persone misericordiose» avesse contribuito al miglioramen–

to generale delle condizioni di vita anche nelle classi più povere della popolazioné.

In generale gli abitanti del Piemonte-Sardegna si distinguevano per «le molte

virtù, per la forza e l'operosità»,

il

governo aveva «introdotto nell 'amministrazione

numerose istituzioni appropriate» e sapeva come farle funzionare «energicamente».

Per questa ragione anche

il

numero dei crimini era limitato, soprattutto in confronto

con

il

sud dell ' Italia

7 ;

per quanto riguardava la morale e i costumi sessuali, Mitter–

maier nel

1844

constatava un numero relativamente alto di nascite illegittime, che egli

2 ] OHANN CASPAR GOETHE,

Reise dtlrch Italien im

Jahre 1740 ,

Miinchen , Deutscher Taschenbuchverlag

(dtv), 1986 (ristampa), pp. 420-422 (in traduzione italiana

di Emilio Castellani , Milano, Mondadori, 1983).

3 ] OHANN B URGER,

Reise dtlrch Oberitalien,

val. II ,

Wien, Doll Universitatsverlag, 183 1. Il viaggio lo condus-

478

se solo a Varese e sul lago Maggiore.

• C ARL ] OSEPH ANTON MITTERMA IER,

Italienische

Zustiinde,

Heidelberg, TendJer und Schafer, 1844.

) Ibidem,

p.

249.

6

Ibidem,

pp.

254-255.

7

Ibidem,

pp. 148-154.