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Se si guarda però oltre le quinte dei servizi giornalistici quotidiani, nella corrispon–

denza diplomatica tra Vienna e Torino, si pone ben diversamente la questione della

percezione della realtà torinese da parte dei ministri austriaci.

Come si presentavano, ad esempio, al «cancelliere d'Europa», Metternich, nelle cui

mani confluivano tutti i fili della politica estera austriaca, 1'atmosfera italo-piemontese

nel suo complesso e la posizione della corte torinese? Non c'è dubbio che Metternich

non dimostrasse particolare stima per casa Savoia e in particolare per il principe eredi–

tario e successivamente re Carlo Alberto. Dopo che 1'allora principe di Carignano era

rimasto coinvolto nei moti del

1820-21

e che si era distinto proprio «come portaban–

diera della rivoluzione», secondo le parole di Metternich,

il

futuro re rimase oltremo–

do sospetto sia al cancelliere che all'imperatore stesso per i suoi principi politici. Met–

ternich, in conclusione di un'udienza di Carlo Alberto presso l'imperatore avvenuta

nel

1825,

nelle sue annotazioni caratterizzò in modo notevole il successore al trono

piemontese. Né all'imperatore, né a lui stesso

il

principe avrebbe «fatto un'impressio–

ne favorevole». L'Imperatore sarebbe arrivato al punto con poche parole:

<dI

principe

è un parolaio e questa gente non m'ispira mai fiducia»30. Tuttavia però avrebbe insisti–

to che nonostante queste debolezze personali del Principe ereditario la successione

fosse tutelata. Il tentativo del precedente re Carlo Felice, di escludere dalla successio–

ne

il

principe di Carignano a causa dei suoi coinvolgimenti rivoluzionari e di far con–

fermare e approvare ciò con una garanzia dall'Imperatore austriaco, sarebbe pertanto

fallita 31.

Nella corrispondenza diplomatica e nelle annotazioni di Metternich prima del '48,

l'ambivalenza delle relazioni tra le corti di Vienna e Torino è molto evidente. Il cancel–

liere di Stato austriaco intuÌ ben presto molto chiaramente l'importanza di Torino e

del Piemonte per

il

futuro austriaco in Italia, e i diplomatici austriaci degli ultimi anni

prima della rivoluzione,

il

principe Felix Schwarzenberg 32 e Ferdinand conte di

BUOP3, riconobbero con altrettanta chiarezza l'ambivalenza con cui venivano accolti a

Torino. Sebbene da Torino si continuasse a parlare di «l'union la plus sincère et la

plus franche entre les deux CourS»34 , i diplomatici austriaci sapevano bene che dietro

la facciata diplomatica di apparente cortesia covavano dei conflitti più profondi, che si

sarebbero manifestati nel futur0 35 .

Lo stesso Metternich era assolutamente consapevole del pericolo che minacciava

l'Austria da parte del Piemonte. Proprio nel 1846, in una relazione all'imperatore egli

descriveva come la mutata «posizione del re di Sardegna» dal suo punto di vista

«merita la nostra più completa attenzione». Preoccupato scriveva all'imperatore:

li

Piemonte è un paese agitato in ogni tempo; ne è la causa la posizione geografica. Costituisce infat·

ti

il

naturale punto di transito dalla Francia verso l'Italia ed

è

per questo in una spiacevole posizio–

ne. Si aggiungano inoltre la sua riunificazione durata quasi vent'anni, con

il

regno francese, la deca–

denza delle vecchie istituzioni nei territori continentali della corona sarda; la levata di scudi del

Principe di Carignano nel 1821 e le conseguenze che questo può avere avuto sulla personalità del

principe, che è poi salito al governo; se si soppesano tutti questi influssi sulla situazione morale

del

30

Aus Metternichs nachgelassenen Papieren,

hrsg. von

dem Sohne des Staatskanzler Fi.irsten Richard Metterni–

ch-Winneburg, voI. IV, Wien, Braumi.iller, 1881, p. 256.

31

Metternich presentò questa circostanza come se

fosse stato molto faticoso convincere Carlo Felice (e ciò

awenne anche con una visita dell 'imperatore in Piemon–

te) a rinunciare a «diseredarlo». Carlo Felice avrebbe

impedito a lungo che Carlo Alberto venisse ricevuto dal–

l'imperatore.

Aus Metternichs nachgelassenen Papieren ,

voI. IV, p. 255 e sgg.

32

Felix principe di Schwarzenberg, delegato a Torino

tra

il

1838 e

il

1844, si veda STEFAN LrPPERT,

Felix, Fiirst

zu Schwarzenberg. Eine politische Biographie,

Stuttgart,

Steiner, 1998.

33

Ferdinand conte di BuoI seguì a Schwarzenberg nel

1844 e nel marzo del 1848, ancora sotto Metternich, fu

mandato a Pietroburgo. Si veda WALTRAUD HEINDL,

Craf

Buol-Schaustein in St. Petersburg und London 1848- 185-2,

Wien -Koln-Graz, Bohlan, 1970.

34

Schwarzenberg a Metternich, 30 settembre 1838, in

NARCISO NADA (a cura di) ,

Le relazioni diplomatiche fra

l'Austria e

il

Regno di Sardegna ,

II serie, 1830-1848, voI.

III , Roma , Istituto storico italiano per l'età moderna e

contemporanea, 1993, p. 63.

3)

Proprio negli anni quaranta cominciarono a presen–

tarsi continui conflitti apparentemente di scarsa entità su

questioni doganali e di confine,

il

cui significato più pre–

gnante era sÌ ch iaro agli austriaci, senza che però li si

volesse affron tare realmente. Si veda S. LiPPERT,

Felix,

Fiirst zu Schwarzenberg

cit., pp. 94-102 .

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