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un' analisi di recente pubblicazione a proposito della reciproca ricezione dell'«altro» in

Austria e in Italia, compaiono immagini stereotipe che prendono in considerazione

sempre e solo la nazione nel suo complesso, gli «italiani» dunque, che vengono guar–

dati da parte degli austriaci quasi sempre con pregiudizi più o meno tradizionaliJ

5 .

Sembra quasi che a posteriori l'unità nazionale, anche nella percezione dall'esterno,

abbia cancellato tutte le precedenti differenziazioni regionali.

Gli storici austriaci che si sono interessati dell'Italia, hanno preferito occuparsi di

quelle regioni settentrionali e centrali che in passato erano state soggette al dominio

austriaco, cioè della Lombardia, delle tre Venezie, dei ducati minori, ma anche della

Toscana l

6 .

Non esistono quasi ricerche che prendano in considerazione l'Italia postu–

nitaria l7 e, tranne le innumerevoli pubblicazioni dedicate al principe Eugenio, non esi–

ste un solo lavoro austriaco dedicato ai Savoia, al Piemonte o addirittura a Torino,

come ho dovuto constatare in relazione alla riflessione che presento in questa sede.

Nonostante queste premesse, che non sono molto incoraggianti, naturalmente è

fuori discussione che il

1848,

con guerra e rivoluzione, abbia assunto anche nella sto–

riografia e nella consapevolezza storica da parte dell'Austria un ruolo preminente, e in

tutto ciò uno sguardo all' «Italia» è stato inevitabile. Paradossalmente date le premesse,

la ricezione della storia «italiana» si è incentrata a questo punto su Torino, sul Piemon–

te e su Casa Savoia, come se allora, nel

1848,

l'azione efficace fosse partita esclusiva–

mente da

lì.

La «rivolta aperta», cosÌ leggiamo ad esempio nel manuale tradizionale di storia

austriaca di Erich Zollner, imperversò nelle province austriache lombardo venete,

«quando il

24

marzo

il

re Carlo Alberto di Sardegna oltrepassò il confine lombardo

alla guida delle sue truppe»18.

Con tono altrettanto lapidario i libri scolastici presentano ancora in anni recenti l'e–

quiparazione tra i moti di unificazione italiani e Carlo Alberto: «In Italia scoppiarono

rivolte popolari contro

il

dominatore straniero. Alla testa di questa lotta nazionale si

pose il re di Sardegna.»19

Nell'interpretazione della storiografia austriaca,

il

Piemonte e la casa regnante di

Savoia fino ad oggi hanno rappresentato la vera e propria forza motrice del movimen–

to nazionale italiano contro l'Austria. Perciò

il

Piemonte e i suoi regnanti sono consi–

derati anche gli avversari decisivi degli anni

1848

e

1849.

«Già nel

1814

il Piemonte

esigeva

il

possesso della Lombardia con Mantova, Parma, Piacenza e Massa Carrara»,

leggiamo nell'opera più recente di storia austriaca del

XIX

secolo di Helmut Rumpler 20 .

L'idea austriaca di poter erigere con il Piemonte un baluardo contro la FranèÌa rivolu–

zionaria al Congresso di Vienna si rivelò dunque un'illusione; al contrario, tutti i pro–

getti di Metternich di istituire una «Lega italica» su modello del «Deutscher Bund»,

con

il

sostegno dei Savoia, sarebbero falliti proprio per l'opposizione del «Piemonte».

Per prevenire il giacobinismo italiano e per ostacolare !'idea (napoleonica) di un regno

italiano unificato, l'Austria a quel punto avrebbe dovuto riassumere

il

dominio dell'a–

rea lombardo veneta 21. Secondo questa prospettiva austriaca, formulata ancora oggi,

il

15

] OE BERGI-IOLD,

Italien-Austria. Von der Erbfeind–

schaft zur europiiischen Offnung,

Wien, Eichbauer,

1997.

Alcuni dei

clichés

presi in considerazione da Berghold ,

come quello di «Machiavelli» o il concetto di «Katzel–

macher» [termine dispregiativo per definire gli italiani

ndtl,

erano già stati presentati da ADAM WANDRUSKA,

Die neuere Geschichte Italiens in der osterreichischen

Historiographie,

in

Innsbruck- Venedig. Osterreichisch–

tftalienische Historikertreffen

1971 / 71,

Wien , Verlag der

Osterreichischen Akademie der Wissenschaften,

1975,

pp.

15 -32.

16

Si veda a questo proposito BR1GI1TE MAZOI-lL-WAL–

LN1G,

Die neuere Geschichte Italiem in der osterreichischen

Historiographie wiihrend der letzten zehn Jahre,

in «Risor-

480

gimento»,

1 (1981) ,

pp.

101-110. Il

parere espresso allora

si

è

confermato anche negli ultimi anni.

17

Rappresenta un 'eccezione il noto testo di LUDO

MOR1TZ H ARTMANN,

Hundert Jahre italienischer Geschich–

te (J 815-1915),

Miinchen, Miiller,

1916.

18

ERICH ZOLLNER,

Geschichte Osterreichs. Von den

Anfiingen bis zur Gegenwart,

Wien, Verlag fiir Geschichte

und Politik, Miinchen, Oldenbourg,

1990,

p .

336.

19

Zeiten, Volker und Kulturen,

3 voli. , Wien, Oster–

reichischer Bundesverlag,

1982,

p.

44.

20

H ELMUT RUM PLER,

Osterràchische Geschichte 1804-

19 14. Eine Chance fiir Mitteleuropa,

Wien , Uberreuter,

1997, p. 162.

21

Ibidem,

p. 163.