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naio 1821 era stato sede delle manifestazioni liberali degli studenti e negli anni qua–

ranta ospitava un pubblico «formato di gioventù intelligente, che ha cuore veracemen–

te italiano, e di persone che vanno allo spettacolo non per ozio, ma per sentimento

dell' arte drammatica»

15.

A febbraio andò in scena la commedia

Le prime armi di Richelieu

di Dumanoir e

Bayard, che in precedenza era stata vietata dalla censura. Le cronache telegrafiche de

«L'Opinione» tratteggiavano così la serata:

La platea ed i palchi riboccavano di gente. Gli attori a mano a mano che venivano sulle scene erano

applauditi. Essi portavano la coccarda turchina. Terminata la commedia si gridò «Viva

il

Re, viva la

Costituzione». Poscia s'intuonò l'inno di Mameli. Da alcuni palchi si facevano sventolare le bandie–

re. In segno di concordia e di fratellanza le signore torinesi intrecciarono i fazzoletti. Gli applausi

furono strepitosissimi

16.

Il giorno seguente, tuttavia, nelle

Notizie del mattino

dello stesso giornale si leggeva

che uno dei tre direttori dei teatri, «troppo geloso del colorito storico, o troppo timo–

roso», aveva vietato agli attori di comparire sulle scene con la coccarda azzurra sul

petto

I7 .

Il repertorio della Compagnia Reale Sarda si spostò gradualmente dalla commedia

al dramma storico e si caratterizzò sempre più in senso patriottico: al d'Angennes ven–

nero rappresentati

Il povero Fornaretto

del mazziniano Francesco Dall'Ongaro,

Fran–

cesca da Rimini

di Pellico,

Pietro Micca

del torinese Giorgio Briano,

Il poeta e la balle–

rina

e

Siamo tutti/ratelli.'

di Paolo Giacometti.

Tra la fine di aprile e agosto la Compagnia Reale recitò al Carignano, dove mise in

scena tra l'altro

La congiura de' Pazzi

e

Virginia

di Alfieri, autore applaudito come «il

primo tribuno della libertà italiana»18;

Vitige, re dei Goti

di Brofferio, a lungo proibito

dalla censura per i suoi contenuti antiaustriaci;

Farinata degli Uberti

di Pietro Corelli.

Elemento comune a questi drammi era la rivendicazione dell 'unità nazionale, che

ormai coincideva con il disegno di Carlo Alberto dell'unificazione italiana sotto la

guida sabauda.

Le reazioni del pubblico agli spunti politici delle opere rappresentate vennero

descritte con particolare attenzione da Brofferio, che nelle sue recensioni trascurò

volutamente il valore letterario dei drammi per concentrarsi sui contenuti risorgimen–

tali: nel

Cittadino di Gand, o il Segretario del Conte d'Alba

di Hyppolite-François–

Marie Romand, il Belgio che rompeva il giogo della Spagna e recuperava la sua indi–

pendenza «parve a tutti così grande avvenimento, che ad ogni tratto il nome dell'Italia

usciva dal labbro degli spettatori»19; l'allestimento del

Giovanni da Procida

di

Giovan

Battista Niccolini al Carignano lasciava molto a desiderare, ma il pubblico, «fascinato

dai pensieri e dalla maestà della poesia, non cessò mai dagli applausi»20. La stessa sera–

ta era recensita da Gualfardo Bercanovich sulla «Gazzetta musicale di Milano»: gli

spettatori sottolineavano il testo ora con «unanimi e fragorosi

Viva a Carlo Alberto.'»,

ora con «un urlo solo, tremendo, feroce prolungato contro il maledetto Borbone» e

tributarono un vero trionfo all'interprete principale, il veronese Gottardi, «ispirato

più ancora che dai robusti concetti del Niccolini, dall'idea tormentosa che la sua Vero–

na geme tuttora misera preda dell'esosa aquila austriaca»21.

Spesso singole battute dei drammi venivano colte in sé, al di là del contesto del

lavoro rappresentato , e diventavano esclamazioni patriottiche capaci di suscitare

15

LUIGI O CCONI,

Teatro d'Angennes,

in «li Mondo

illustrato», a. I, n. 2, 9 gennaio 1847, p. 3l.

16

«L'Opinione», a. I, n. 9, l1 febbraio 1848, p. 36.

17

«L'Opinione», a. I, n. 10, 12 febbraio 1848, p. 40.

Da un articolo di Brofferio sulla stessa serata si evince

che il Direttore in qu estione

è

il

b arone de Villette

«<Messaggie re Torinese» , a. XVI , n. 13 , 12 febbraio

1848, p. 51).

46

18

Cose recenti,

in «Messaggiere Torinese» , a. XVI, n.

31, 15 aprile 1848, p. 124.

19

Cose recenti,

in «Messaggiere Torinese» , a. XVI, n.

28,5 aprile 1848, p. 112.

20

Teatro Carignano ,

in «Messaggiere Torinese», a.

XVI, n. 46, 7 giugno 1848, p. 184.

21

G UALFARDO BERCANOVICH,

Giovanni da Procida,

in

«Gazzetta musicale di Milano» , a. VII, n. 24, pp. 187-188.