

galli, che per la sua origine lombarda era «un fratello che si ama più degli altri fratelli
perché infelice mentre tutta la famiglia
è
in gioia». Secondo le consuetudini dell'epoca,
il programma comprendeva fantasie e variazioni su arie operistiche, ma il momento
culminante della serata fu l'esecuzione degli inni
Fratelli d'Italia
e
Coll'azzurra coccarda
sul petto,
dove il pianista «colla voluttà di un vergine patriottismo intrecciava i due
inni, ne facea germogliare i suoni diversi contemporaneamente, onde significare la
consonanza dell'Italia cantata dal Mameli col Piemonte cantato dal Bertoldi»26.
Nel clima di effervescenza politica si collocò anche l'apertura del Teatro Nazionale,
edificato dall' architetto Felice Courtial nell' attuale via Pomba e inaugurato il
24
aprile
1848
27 .
La denominazione del Teatro era in sintonia con i tempi, così come i volti degli
uomini illustri del Piemonte scolpiti sul porticato esterno a creare una sorta di
Pantheon sabaudo. L'interno, con quattro ordini di palchi, loggione e platea a ferro di
cavallo, poteva contenere duemila persone; se la decorazione era elegante ma sempli–
ce, il sipario realizzato da Francesco Gonin attirava l'attenzione dei commentatori, che
descrissero dettagliatamente la scena allegorica: su un carroccio trainato da cavalli si
ergeva l'Italia turrita attorniata da quattro donne simboleggianti Roma, Napoli, Torino
e Firenze, ognuna con il proprio stendardo e statuto. Di lato si librava la stampa libe–
ra, che ordinava «ai genii dei giornali di cacciar via certe furie che sono i pregiudizii e
le male idee funeste alla società ed al progresso»28; tutt'intorno il popolo festeggiava il
cammino trionfale del carro, guidato da giovani in abiti medievali.
Il Teatro, in funzione tutto l'anno, presentava opere e balli
(Lucrezia Borgia, I Lom–
bardi alla prima crociata
e pasticci che affastellavano parti di opere diverse), prosa e
vaudevilles.
La scelta di inaugurare
il
Nazionale con
Lucrezia Borgia
di Donizetti,
opera che tratta vicende disonorevoli dell'Italia antica, venne criticata in quanto con–
trastante con il nome stesso della sala. Nel corso dell'anno, però, irruppero anche in
questo teatro le istanze risorgimentali: si andava dalle accademie di poesia estempora–
nea dell' avvocato Giuseppe Bindocci, che improvvisò versi su «Ferdinando il bombar–
datore» e Radetzky29, ai drammi colmi di riferimenti all'attualità allestiti in autunno
dalla Compagnia Lombarda di Alemanno Morelli, nata dalla «compagnia dei giovani»
di Gustavo Modena. Particolare successo riscossero
Emma Liona,
dramma di Savino
Savini sulla Rivoluzione di Napoli del 1792, e
Masaniello
di Giovanni Sabbatini,
modenese emigrato a Torino;
il
Guglielmo Tell
di Schiller, rappresentato in ottobre,
diventò occasione per manifestare il desiderio d'una guerra a ogni costo:
dalla platea, dai palchi e dal loggione si volle subito ripetuta sul momento la frase «Piuttosto che la
pace distrugga la patria nostra, è meglio che la guerra
ci
arda la casa». CosÌ
il
popolo dimostravasi
pronto ai più estremi sacrifici, piuttosto che di voler cedere
30 .
L'obbligo di chiusura dei teatri il venerdì veniva aggirato sempre più frequentemen–
te con l' allestimento di spettacoli di beneficenza destinati alla causa nazionale: gli
incassi erano offerti di volta in volta alle famiglie indigenti dei soldati, ai profughi lom–
bardi, alla città di Venezia e ai volontari italiani feriti.
A volte ad esibirsi erano gli artisti giunti esuli a Torino da varie parti d'Italia: a set–
tembre il Nazionale ospitò la cantante Assunta Pardina, che «trovandosi ora trascinata
26
LUIGI O CCONI,
Varietà,
in «Il Mondo illustrato», a.
II, n. 11 , 18 marzo 1848, p. 176.
27
Il Teatro Nazionale era situato nel sito oggi occupa–
to dal cinema omonimo, in via Pomba: anche allora l'in–
gresso era collocato sotto l'arco ai cui lati sono effigiati
Vittorio Alfieri e Alberto Nota. Sull'inaugurazione si
veda LUIGI O CCONI,
Teatro Nazionale di Torino,
in «Il
Mondo illustrato», a. II, n. 17, 29 aprile 1848, pp. 264-
265; ID. ,
Il Sipario del Teatro Nazionale: pittura del popolo,
in «Il Mondo illustrato», a. II, n. 25, 24 giugno 1848, pp.
395-396;
F. F.,
Apertura del Teatro Nazionale,
in «Messag–
giere Torinese», a. XVI, n. 34, 26 aprile 1848, p. 136.
48
Sulla storia del Teatro Nazionale e più in generale dei tea–
tri torinesi si veda LUCIANO TAMBURINI,
I teatri di Torino.
Storie e cronache,
Torino, Edizioni dell'Albero, 1966 e ID.,
I teatri di Torino,
Torino, Gribaudo-Paravia, 1997.
28
L.
CICCONI,
Il Sipario del Teatro Nazionale
citonella
nota frecedente.
2
Si veda LUIGI CICCONI,
Teatri,
in «Il Mondo illu–
strato», a. II, n. 24, 17 giugno 1848, p. 384 e «L'Opinio–
ne» , a. I, n. 180, 1 settembre 1848, p. 710.
30
Un poco di politica. A proposito del Teatro
nazionale,
in «Gazzetta del Popolo» n.100, lO ottobre
1848, p.
[3J.