Table of Contents Table of Contents
Previous Page  74 / 556 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 74 / 556 Next Page
Page Background

no le stagioni delle altre sale torinesi, coordinate dalla nobile Direzione dei Teatri: per

evitare qualsiasi concorrenza al Regio, il Carignano, anch 'esso legato alla corte, durante

il carnevale era sede di balli, mentre nella stagione di primavera-estate (dalla domenica

in albis

alla metà di agosto) e in autunno presentava spettacoli di prosa, concerti, opere

serie e buffe; il Teatro d 'Angennes, sito tra le attuali via Principe Amedeo e via Des

Ambrois , nato intorno al 1770 e trasformato nel 1821 da Giacomo Pregliasco in una

sala con quattro ordini di palchi e piccionaia, d'inverno offriva una stagione di prosa e

nel resto dell'anno ospitava prosa quando c'era musica al Carignano e viceversa.

In quegli anni le varie gestioni impresariali del Regio riuscirono ad assicurare la

presenza di grandi interpreti, con cantanti come Erminia Frezzolini, Marietta Gazzani–

ga e Nikolaj Ivanov e celebri ballerini romantici quali Natalie Fitz-]ames, Fanny Cerri–

to, Amalia Ferraris e Arthur Saint-Léon; nel complesso, però, il Teatro della corona

aveva perduto il prestigio di cui godeva in precedenza nel panorama italiano, non

es endo più riuscito ad assicurarsi le "prime assolute" dei maggiori compositori del

momento. Le opere di Bellini e Donizetti venivano comunque rappresentate con suc–

cesso, mentre i primi lavori di Verdi incontravano l'opposizione della critica, in parti–

colare di Felice Romani, dal 1834 direttore della «Gazzetta Piemontese» e curatore

della cronaca teatrale: sin dal 1840 illibrettista e critico musicale si era scagliato con–

tro il compositore, restando del tutto indifferente alle implicazioni patriottiche delle

u musiche rilevate dalla stampa liberale3.

N l 1848

in

considerazione delle «contingenze politiche», al Regio «molte signore

si fanno più raramente vedere nei palchetti, e la gagliarda gioventù, non curando i

canti e l danze più volentieri si aduna fratellevolmente nei caffé a leggere i giornali

ed a ragionare sui futuri destini d 'Italia»4; in ogni caso, le speranze di un rinnovamen–

to del pubblico del ma simo teatro torinese restavano deluse: come osservava amara–

mente Angelo Brofferio, direttore del «Messaggiere Torinese»,

tutti crede ano che i palchetti non sarebbero più stati [...] esclusiva proprietà

eli

alcune privilegiate

famiglie, che i cittadini enza titoli e enza pergamene non sarebbero più stati costretti, per avere

3

uUa fortuna delle opere verdiane e più in generale

sul Teatro Regio di Torino si eda

ALBERTO BASSO,

I1/ea–

tro della

cillÒ

dal

1788

al

1936, Torino, Cassa di Rispar–

mio di Torino, 1976 e

M ERCEDES IALE F ERRERa,

lA

sce-

42

nograjia dalle origini al

/936, Torino, Cassa

di

Risparmio

di Torino, 1980.

4

Teatro Regio,

in <<.Messaggiere Torinese», a. XVI, n.

Il , 5 febbraio 1848, p. 44.