

successivi. Le prime difficoltà vennero proprio da Carlo Alberto che mandò a dire ai
Sindaci di non volere «ni remerciements ni fetes». Espresse inoltre apertamente il
rammarico per aver visto sostituire «à notre ancienne et glorieuse cocarde bleue»
un'altra coccarda
l8 .
Cioè quella tricolore, che si era diffusa più o meno contempora–
neamente al cosiddetto «costume italiano»19. Ma era difficile, e perfino pericoloso, vie–
tare le feste; piuttosto, si poteva incanalarle in un progetto che mediasse le diverse esi–
genze. Nei manifesti ufficiali, il
Programma
vero e proprio e
l'Ordine da tenersi
a firma
di Roberto d 'Azeglio, si avverte lo sforzo dei decurioni e della Commissione della cit–
tadinanza - presieduta dallo stesso Roberto d'Azeglio - per rispettare il più possibile
la volontà del Re e garantire la correttezza istituzionale del messaggio politic0
20 .
Poiché Carlo Alberto non voleva «remerciements» questi non furono diretti a lui
ma al «Rex gloriae» in un
Te Deum
spettacolarmente cantato all'aperto sulla «gradina–
ta del Tempio» della Gran Madre di Dio. A Torino non occorreva essere molto anziani
per ricordare l'abnorme frequenza di
Te Deum
intonati nel periodo francese per ogni
ricorrenza familiare dei Napoleonidi, per ogni vittoria delle armate imperiali e alla fine
anche per mascherarne le sconfitte. La «religiosa cerimonia» del 27 febbraio apparen–
temente seguiva la linea di stretta connessione tra il potere laico e quello confessionale
che era stata propria della Restaurazione; in realtà, così come era avvenuto negli anni
napoleonici, la funzione sacra veniva usata come strumento di propaganda politica. E
anche per sollecitare - in certo modo imporre - l'appoggio del clero al nuovo assetto
istituzionale stabilito dallo Statut0
2 1 •
Carlo Alberto non voleva «fetes», non fu dunque eretto alcun apparato festivo e
scarsi furono i diletti offerti ai cittadini: nessuno spettacolo gratuito, nessun ballo ma
apertura (per due ore) dei musei; distribuzione di pane ai poveri; lotterie alimentari a
cura del Municipio (ancora una tipologia napoleonica ricuperata!). Alla sera, si sareb–
be acceso «un globo voluminoso di fuoco del Bengala» sulla cupola della Gran Madre
e avrebbe avuto «termine la festività» in piazza Vittorio, con «il solenne canto dell'In–
no Nazionale in onore del Re». Cioè quello intonato per le riforme nel novembre
1847: «Con l'azzurra coccarda sul petto/ Con ltalici palpiti in cuore/ Come figli d'un
padre diletto/ Carlalberto veniamo al tuo piè». La precisazione era necessaria perché
circolavano, a stampa o manoscritti, vari altri inni nazionali (primo tra essi
Fratelli d'I–
talia)22
oltre a quelli composti per la circostanza dalle Corporazioni in forme assai
simili tra loro. Se confrontiamo: (a) «Con l'azzurra coccarda»; (b) l'inno del Foro tori–
nese; (c) l'inno dell'Unione tipografica troviamo una serie di temi ricorrenti. Si inizia
con espressioni di giubilo: (a) «e gridiamo esultanti d 'amore»; (b) «il più dolce, since–
ro gioir»;
(c)
«Italia risorge a nuova vita [...] piena d 'amor». Segue l'omaggio al Re: (a)
«o Re grande [... ] tu c'innalzi all'antica virtù»; (b) «Ti sien lodi, potente Monarca, le
ricordi la storia severa»;
(c)
«d'Alberto il sommo vanto la storia scriverà». Si conclude
con dichiarazioni bellicose: (a) «Voleremo alla pugna gridando: Viva
il
Re!»; (b)
«anche Temi ha la spada e d'allori altre volte la chioma s'ornò»; (c) «se l'ire si scatena–
no tutti siam pronti all'armi»23 . L'analogia dipendeva da unanimi pensieri o da suggeri–
menti accortamente impartiti?
18
D . O. [DELFINO ORSI] ,
Il Cinquantenario pa/riotico.
La
festa delle bandiere
(27
febbraio
1848) in «Gazzetta del
Popolo», 27 febbraio 1898. Estratto in ASCT,
Collezione
Simeom,
C 2565. Lo stesso giorno un altro articolo rievo–
cativo comparve su «La Stampa» : VITTORIO BERSEZIO,
La
gran dimostrazione del
27
febbraio.
Estratto in ASCT,
Col–
lezione Simeom,
C
2564.
19
Vedere in questo volume: ANNA BONDI,
Moda ita–
liana e costume francese.
20
Programma delle Feste nazionali Pel giorno
27
feb–
brajo
1848, foglio volante (ASCT,
Collezione Simeom,
C
12610); ROBERTO D'AzEGLIO,
Ordine da tenersi per la fun–
zione del Solenne Te Deum nel giorno di domenica
27
feb–
braio
1848, pubblicazioni della Concordia, Tipografia Can–
fari, foglio volante (ASCT,
Collezione Simeom,
C 12612).
60
21
Vignetta ne «II Mondo illustrato», a.
II,
n.
9, 4
marzo 1848, p. 132 (PEYROT
1965,500/4).
22
Una
Raccolta di Inni per la Festa Nazionale del
27
f ebbraio
1848, s.n.t. comprende:
Inno al Re
(<<Con l'azzur–
ra coccarda sul petto» ecc.);
Fratelli d'Italia;
La
Costitu–
zione
«<Della risorta Italia» ecc.);
Invito all'Armi
«<O gio–
vani ardentilD'Italico amore» ecc.), (ASCT,
Collezione
Simeom,
C 12613).
23
GIOVANNI DEPETRIS,
Per la Festa nazionale del
27
f ebbrajo
1848.
Inno dedicato al Foro Torinese,
Torino, coi
tipi Ceresole e Panizza, 1848 (ASCT,
Collezione Simeom ,
C 12615); CARLO MARGARY,
Inno per la Festa nazionale
cantato dall'Unione Tipografica Il
27
febbraio
1848, Tori–
no, presso Speirani e Ferrero, s.d. (ASCT,
Collezione
Simeom,
C 7729).