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cappuccino, suonava a stormo»26. L'apparizione - ideata da Roberto d'Azeglio - di

questo «simbolo dell'accordo della religione con la libertà»27 fu un

coup de thédtre

magistrale e il pensiero corre, inevitabilmente, all' apparizione del «Carroccio trionfa–

le» al termine de

La Battaglia di Legnano

-

ma l'opera di Verdi andò in scena un anno

dopo, il 27 gennaio 1849, al Teatro Argentina di Roma. il patriottismo attingeva alle

sorgenti storiche tanto nella vita reale quanto nella scena teatrale; realtà e finzione,

memorie e speranze si congiungevano e quasi confondevano.

L'entusiasmo collettivo ingenerava una diffusa compenetrazione tra ideali artistici e

ideali politici, tra invenzione e verificazione. il 26 marzo 1848 un primo contingente

dell'esercito sardo entrava in Milano; subito un poeta d'occasione, Domenico Capelli–

na, pubblicava una ballata intitolata

Carlo Emanuele III o I Piemontesi in Milano

in

cui si legge: «Un popol redento lo scettro ti dona, ti porge contento la patria corona, ti

chiama suo Re»; frasi storicamente insensate se riferite all'ingresso di Carlo Emanuele

III

a Milano nel 1734, ma attualissime se metaforicamente riferite al Carlo regnante

nel 1848 28 . E ancora: il 24 aprile in un momento cruciale delle operazioni militari -

dopo Curtatone, prima di Pastrengo - si aprì a Torino un nuovo teatro, opportuna–

mente battezzato Nazionale. L'8 aprile era morto Gaetano Donizetti e forse parve un

degno omaggio scegliere per lo spettacolo inaugurale una delle sue opere più fortuna–

te,

Lucrezia Borgia.

Incredibilmente, si scatenò l'ira di un recensore: «Si poteva sce–

glier peggio per inaugurare un teatro Nazionale? Mostrarci il disonor d'Italia, che la

penna di Victor Hugo fece ancor più ributtante?»29, dimenticando che

Lucrèce Borgia

di Hugo, da cui deriva Lucrezia Borgia di Donizetti, non ha assolutamente nessun

intento storico o politico ma vuoI rappresentare il dramma di una donna di costumi

immorali che

è

tuttavia madre tenerissima. il recensore aggiungeva: «Ma era questo il

momento d'innalzare un teatro?», domanda inutile perché prima di rispondere si

sarebbe dovuto stabilire quale fosse la funzione sociale del teatro.

Certo non era tempo di feste; sfogliando le pagine dei giornali e guardando le

vignette de «il Mondo illustrato» si trovano soltanto cronache e immagini di eventi

che, presentati come festivi, sono in realtà strettamente politici: l'arrivo di Vincenzo

Gioberti, l'apertura delle sedi parlamentari, l'adunanza di una Società per la Confede–

razione Italiana 30 . Festa può dirsi, caso mai, quella della benedizione delle bandiere

della Guardia nazionale. Una vignetta mostra il grande palco eretto nella piazza d'ar–

mi di Torino, le truppe schierate, i comandanti a cavallo, il pubblico di signore con

ventagli e parasoli: era il 23 luglio, la vigilia di Custoza 31 .

Alle feste religiose, militari, politiche seguiranno le feste funebri, queste con solenni

apparati. «Che rimane di tante brillanti speranze?» si interrogava l'articolista ché

descriveva la funzione celebrata il 4 ottobre nella chiesa dei Santi Martiri in onore dei

caduti in guerra 32 . Si potrebbe rispondere con la frase usata da un recensore per com–

mentare il

Guglielmo Tell

di Schiller rappresentato in quei giorni dalla Compagnia

Bellotti Bon: «il sentimento del coraggio e della libertà»33. Con la fine del 1848 ter–

minò anche la pubblicazione de «il Mondo illustrato»; tuttavia numerose incisioni e

26

D. O. [DELFINO ORSI],

Il Cinquantenario patrioti–

co...

citato alla precedente nota 18.

27

«TI Mondo illustrato», a. II, n. 9, 4 marzo 1848, p.

135, articolo di C[esare] Cantù. Costanza d'Azeglio,

descrivendo le feste in una lettera al figlio Emanuele,

afferma esplicitamente che il Carroccio era stato ideato

dal marito Roberto: «Cette innovation due à ton père a eu

beaucoup de succès». La lettera è riportata in: CARLO

PISCHEDDA e ROSANNA ROCCIA (a cura di), 1848.

Dallo

Statuto albertino alla nuova legge municipale,

Torino,

Archivio Storico della Città, «Atti consiliari. Serie stori–

ca» 1995, p. 50 (ma si vedano anche le pp. 42-55, ove

sono trascritti vari documenti relativi all'evento).

28

DOMENICO CAPELLINA,

Carlo Emanuele III o I Pie–

montesi in Milano, Ballata dedicata alla Guardia

Nazionale,

Torino, Presso Carlo Schiepatti, 1848 (ASCT,

Collezione Simeom,

C

1531).

29

Articolo

di

L[UIGI] C[ICCONI],

Teatro Nazionale di

Torino,

in «Il Mondo illustrato», a. II, n. 17, 29 aprile

1848, pp. 264-265, vignetta a p. 264. L'articolista ricono–

sce comunque che <da musica del Donizetti sparse un velo

celeste su quell'orrore».

30

Le relative vignette sono riprodotte in PEYROT

1965, ai numeri

50017-10,/13.

31

«Il Mondo illustrato», a. II, n. 30, 29 luglio 1848,

vignetta a p. 465 (PEYROT

1965,500/ 12).

32

«Il Mondo illustrato», a. II, n. 40, 7 ottobre 1848,

p. 626; vignetta a p. 625 (PEYROT

1965,500/ 14).

33

«Il Mondo illustrato», a. II, n. 42,21 ottobre 1848,

p. 671.

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