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1.

Introduzione.

La preminenza conquistata da Torino sulle altre città piemontesi nel

periodo compreso fra l’annessione al ducato sabaudo nel 1418 e l’inva-

sione francese del 1536 fu il frutto di una sequenza di decisioni di na-

tura essenzialmente politica: l’incontro fra la consapevole volontà di af-

fermazione della comunità torinese e le esigenze politico-militari che

condizionavano le scelte dei duchi consentì alla città di raggiungere un

rilievo che, a giudicare soltanto dalle sue dimensioni e dal suo poten-

ziale economico, era ben lontano dal costituire un esito inevitabile. Il

processo decisionale che determinò l’emergere della centralità torinese

all’interno dei domini sabaudi costituirà dunque l’oggetto principale del-

la nostra analisi. Esso, tuttavia, potrà essere apprezzato correttamente

solo dopo aver illustrato la posizione occupata da Torino fra le altre co-

munità del Piemonte quanto a popolazione e ricchezza, così da porre in

evidenza come la tumultuosa crescita che contraddistinse la città fra

Quattro e Cinquecento sia da considerarsi una conseguenza, piuttosto

che una causa, della preminenza amministrativa ad essa attribuita.

Consideriamo in primo luogo gli indicatori demografici. Com’è no-

to, è piuttosto rischioso trarre indicazioni di valore assoluto dai dati di

cui disponiamo per questi secoli, consistenti di solito in registri catastali

e in elenchi di fuochi elaborati a fini prevalentemente fiscali. Questi da-

ti, in compenso, si prestano senza troppe controindicazioni a essere con-

frontati fra loro, così da offrire, se non cifre assolute, almeno indica-

zioni comparative sulla consistenza demografica e la capacità contribu-

tiva delle diverse comunità. Per quanto riguarda Torino, la fonte più

completa è costituita dalla serie dei catasti, da cui risulta che la città con-

tava 723 contribuenti nel 1393, scesi a 624 nel 1415, per poi risalire a

631 nel 1428, 687 nel 1437, 720 nel 1445, 734 nel 1453, 891 nel 1464,

1056 nel 1488, 1312 nel 1503. La popolazione torinese, dopo aver toc-

cato un minimo storico nei primi anni del Quattrocento, conobbe dun-