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Prima del 1418 Torino pagava al principe d’Acaia un sussidio net-

tamente inferiore a quelli, uguali fra loro, di Savigliano e Moncalieri e

ancor più a quello di Pinerolo. Nel 1428 il sussidio di Torino era an-

cora il più basso fra quelli versati dalle quattro comunità, ma il divario

si era sensibilmente ridotto, soprattutto rispetto a Pinerolo e Monca-

lieri, la cui quota era ora divenuta molto più modesta; e la stessa ten-

denza si manifesta, ancor più marcata, nel 1450, sebbene anche a que-

sta data la cifra pagata da Torino non avesse ancora superato quella del-

le altre tre città. Il tasso imposto ai Torinesi era del resto certamente

troppo basso, ormai, rispetto alla ricchezza reale della città, almeno agli

occhi delle comunità rivali; il risultato delle loro proteste fu la pere-

quazione del 1457, in cui il tasso di Torino fu portato a 112 fiorini per

mille, «consideratis signanter augumentacione et bonificatione ac me-

lioratione dicte civitatis et loci Gruglaschi membri dicte civitatis». La

quota torinese era ora la più alta delle quattro, poiché Savigliano pa-

gava 107 fiorini, Moncalieri 87, e Pinerolo appena 60. Le proteste dei

Torinesi, che continuarono a lungo a pagare, unilateralmente, «secun-

dum taxam anticham», provocarono tuttavia nel 1460 un aggiustamento

della perequazione, in base al quale il tasso di Torino fu ridotto a 103,

rimanendo inferiore a quello di Savigliano che venne portato a 106,

mentre quelli di Moncalieri e Pinerolo vennero fissati rispettivamente

a 84 e 72

2

.

Appare evidente da queste cifre che la perdita della centralità am-

ministrativa di cui la città aveva goduto al tempo degli Acaia comportò

per Pinerolo un sensibile impoverimento, a tutto vantaggio di Torino

che ne aveva preso il posto; e che Moncalieri, benché ancora popolosa

almeno quanto Torino, risentiva tuttavia negativamente della sua vici-

nanza, mentre un centro più lontano come Savigliano non era ancora

stato attratto nell’area egemonizzata da Torino fino al punto da risul-

tarne danneggiato economicamente. A partire da questo momento e fi-

no al 1530 il sussidio continuò a essere pagato sulla stessa base, il che

naturalmente testimonia più la crescente difficoltà di introdurre modi-

fiche nel legnoso assetto istituzionale dei domini sabaudi che non una

reale immobilità dei rapporti di forza fra le quattro città; nel corso di

quei settant’anni Torino continuò quindi a contribuire alle finanze du-

cali con somme appena inferiori a quelle di Savigliano, ma largamente

superiori a quelle di Pinerolo e Moncalieri.

Torino e le comunità del Piemonte nel nuovo assetto del ducato sabaudo

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2

I dati relativi ai sussidi sono pubblicati in

a. tallone

,

Parlamento sabaudo

, Bologna 1928-

46; in particolare per la perequazione del 1457 e quella del 1460 cfr. III, pp. 438-40, e IV, pp.

22, 36, 85.