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A conclusioni solo in parte diverse conduce l’esame dei dati relativi

a Savigliano. Qui, come a Pinerolo, i catasti ci sono pervenuti solo fi-

no ai primi decenni del Quattrocento; da essi risulta che nel 1416 la

città contava 759 contribuenti, una cifra superiore a quella torinese.

Per il periodo successivo disponiamo soltanto di liste di fuochi, che tut-

to, anche in questo caso, fa credere sottostimate rispetto al numero dei

contribuenti: in esse si contano 637 fuochi nel 1419 e 792 nel 1462.

Considerando che i contribuenti iscritti a catasto a Torino sono 624 nel

1415 e 891 nel 1464, si potrebbe concludere per una netta superiorità

di Savigliano nel primo quarto del secolo, largamente attenuatasi cin-

quant’anni più tardi; ma poiché le cifre di Savigliano comprendono an-

che gli abitanti delle ville circostanti, appare più probabile che il mar-

gine di superiorità di Savigliano abbia cominciato ad assottigliarsi già

nei primi decenni del Quattrocento, e che dopo la metà del secolo esso

si sia in realtà annullato. Anche in questo caso, tuttavia, ancor più che

in quelli di Cuneo o Pinerolo, non sembra possibile ipotizzare un vero

e proprio sorpasso da parte di Torino prima del secolo successivo.

Ancora superiori a quelle di Savigliano appaiono le dimensioni di

Moncalieri, dove il catasto del 1412, secondo i calcoli del Rotelli, elen-

ca 746 proprietari, senza contare quella consistente minoranza di citta-

dini che non registrava possessi fondiari: a questa data, Moncalieri do-

veva dunque essere di gran lunga più popolata della vicina rivale tori-

nese. Cinquant’anni più tardi il rapporto si era invertito: nel 1463 si

contano 759 iscritti a catasto, compresi i non proprietari, contro gli 891

registrati a Torino l’anno successivo. In seguito tuttavia Moncalieri sem-

bra aver sperimentato una crescita ancor più vigorosa di quella torine-

se, sorpassando nuovamente, anche se di poco, la rivale: nel 1504 infatti

sono registrati a Moncalieri 1426 contribuenti, contro i 1312 di Tori-

no. Solo nel corso del Cinquecento la città comincerà a risentire seria-

mente della concorrenza torinese, tanto che nel 1571 vi saranno censi-

ti appena 4576 abitanti.

Assai più popolosa di Torino, almeno fino ai primi del Cinquecento,

appare anche Chieri, dove i catasti elencano 999 proprietari nel 1437 e

978 nel 1466: cifre già di per sé largamente superiori a quelle torinesi,

anche senza tener conto dei contribuenti non proprietari. Per l’ultimo

Quattrocento le cifre, comprendenti questa volta anche i non proprie-

tari, indicano 1398 contribuenti nel 1483 e 1515 nel 1496, e continua-

no dunque a paragonarsi favorevolmente con quelle torinesi: solo nel

corso del Cinquecento la popolazione di Chieri cederà il passo a quella

di Torino, mantenendo tuttavia il buon livello di 9511 bocche nel 1571.

Nessun dubbio infine, anche in assenza di un confronto puntuale, sull’in-

Torino e le comunità del Piemonte nel nuovo assetto del ducato sabaudo

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