

scuna da Chieri, Cuneo e Mondovì, ma soltanto «si voluerint», dal mo-
mento che gli ambasciatori di queste tre comunità, dotate di estese fran-
chigie proprio sul piano fiscale, non si erano neppure presentati all’aper-
tura dei lavori
4
.
Questa ripartizione consente di comprendere come, accanto alla geo-
grafia fisica, la geografia politica del Piemonte sabaudo abbia favorito
l’emergere di Torino come centro dell’amministrazione ducale. Le città
che la superavano indiscutibilmente per popolazione e ricchezza, e avreb-
bero continuato a farlo fino almeno ai primi del Cinquecento, e cioè
Chieri, Vercelli e Mondovì, non erano soltanto troppo periferiche ri-
spetto al cuore dei domini sabaudi; erano anche unite alla dinastia da
un vincolo più recente e sotto molti aspetti meno solido di quello che le-
gava al duca le città del principato e della «terra vetus». È in queste due
ripartizioni, corrispondenti al nucleo più antico dei domini cismontani,
ed anzi soltanto nella prima, la sola a possedere centri urbani di dimen-
sioni considerevoli, che l’amministrazione ducale doveva trovare la sua
sede centrale, indipendentemente dal fatto che altrove altre città of-
frissero condizioni più allettanti per consistenza demografica e vitalità
economica. La storia dell’affermazione di Torino come centro del Pie-
monte sabaudo è quindi essenzialmente la storia della sua concorrenza
con gli altri tre maggiori centri del principato, Pinerolo, Moncalieri e
Savigliano; ed è a questa storia, spesso non poco intricata, che dobbia-
mo ora dedicare la nostra attenzione.
2.
I primi passi verso la preminenza politica di Torino in Piemonte
(1418-36).
L’11 dicembre 1418 moriva a Torino, dove era andato a ricevere pa-
pa Martino V, il principe Ludovico d’Acaia. La salma fu portata a Pi-
nerolo e sepolta nella chiesa di San Francesco accanto a quelle dei suoi
predecessori. Il 1° gennaio seguente Amedeo VIII, accorso in Piemon-
te non appena informato della malattia del cugino, proclamava l’annes-
sione dei suoi domini al ducato di Savoia.
La fine della dinastia degli Acaia rimise in discussione il ruolo di cen-
tro amministrativo che Pinerolo aveva svolto fino a quel momento nel
principato. A dire il vero, la collocazione periferica della città rispetto
agli assi stradali internazionali aveva costituito un problema già al tem-
po degli Acaia, se non altro in quanto Ludovico era stato più volte co-
Torino e le comunità del Piemonte nel nuovo assetto del ducato sabaudo
381
4
tallone
,
Parlamento sabaudo
cit., III, pp. 304-15.