

immediatamente ambasciatori per ammonirlo «quod velit residenciam
suam facere in loco Pinerolii cum Consilio suo»
8
.
A quella data, Amedeo VIII aveva già creato principe di Piemonte
il suo primogenito, con un gesto che suonava aperto riconoscimento nei
confronti delle province cismontane; ma dopo la cerimonia, avvenuta
il 15 agosto 1424 a Thonon, il principe, allora appena dodicenne, non
fu inviato al di qua delle Alpi ancora per qualche anno, sicché il gover-
no del Piemonte restò affidato per il momento ai due capitani. Venne
invece, nel settembre 1426, il duca in persona, per prendere il coman-
do delle operazioni contro Filippo Maria Visconti; e le esigenze della
campagna determinarono i suoi spostamenti, per cui, entrato a Torino,
la lasciò subito per Ivrea, da dove diresse le operazioni conclusesi con
la pace del 30 dicembre. Trascorse le feste di fine anno a Pinerolo, Ame-
deo tornò forse in seguito a Torino, in vista di una ripresa delle ostilità,
ma già a febbraio era rientrato in Savoia, da dove seguì i negoziati che
i suoi plenipotenziari conducevano, a Torino, con gli inviati viscontei
9
.
Si intravvedono per la prima volta, in queste circostanze, i motivi che
avrebbero progressivamente determinato la centralità politica di Tori-
no: la sua collocazione ideale, cioè, non solo sugli assi stradali che col-
legavano i domini cismontani a quelli oltremontani, ma anche e so-
prattutto rispetto a una politica di espansione orientata verso la pianu-
ra lombarda, a un teatro di operazioni militari incentrato sulla linea della
Sesia e a una prassi diplomatica che prevedeva frequenti colloqui con
gli oratori milanesi e veneziani, più propensi evidentemente a fermarsi
a Torino anziché affrontare la tappa in più necessaria per raggiungere
Pinerolo.
Alla collocazione geografica più vantaggiosa di Torino, Pinerolo con-
tinuava tuttavia a contrapporre la propria funzione simbolica di resi-
denza tradizionale del principe, incarnazione di una continuità che Ame-
deo VIII aveva dimostrato di apprezzare nel suo giusto valore creando
per il suo primogenito il titolo di principe di Piemonte. Il conflitto fra
l’attrazione geografica di Torino e l’esigenza di sottolineare la continuità
tra l’antica e la nuova dominazione soggiornando il più frequentemen-
Torino e le comunità del Piemonte nel nuovo assetto del ducato sabaudo
385
8
tallone
,
Parlamento sabaudo
cit., II, p. 439;
l. marini
,
Savoiardi e piemontesi nel ducato sa-
baudo (1418-1601)
, Roma 1962, pp. 18-20 e nota. Per le riunioni degli Stati, basti osservare che
tra il 1421 e il 1426 esse ebbero sede 20 volte a Pinerolo, 8 a Torino, 2 a Vigone, una rispettiva-
mente ad Avigliana e Busca (
tallone
,
Parlamento sabaudo
cit., II).
9
Per queste vicende cfr.
f. cognasso
,
I Savoia
, Milano 1971, pp. 219-23;
marini
,
Savoiardi e
piemontesi nel ducato sabaudo
cit., p. 17 in nota;
t. vallauri
,
Storia delle Università degli Studi del
Piemonte
, I, Torino 1845, docc.
xiv-xv
;
a. barbero
,
Le origini del Consiglio Cismontano (1419-
1432)
, in «BSBS»,
lxxxvi
(1988), pp. 652-54.