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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
te possibile a Pinerolo divenne particolarmente visibile durante la luo-
gotenenza del principe di Piemonte, rimasto a sostituire il padre dopo
il suo ritorno a Thonon. Nel corso dei quattro anni trascorsi di qua dai
monti il principe si sposta regolarmente fra Pinerolo, da cui è datato il
suo primo atto ufficiale «citra montes» del 23 aprile 1427, Torino e, in
misura minore, Fossano. L’analisi ravvicinata di tali spostamenti mette
in luce la tendenza a trascorrere di preferenza a Torino i mesi estivi, in
cui si accelerava il passo degli eventi politico-militari, per passare inve-
ce l’inverno, periodo di attività ridotta e di prolungati festeggiamenti,
in una sede di rappresentanza, che fu nei primi due anni del suo sog-
giorno appunto il castello di Pinerolo e nei due seguenti quello di Fos-
sano: segno forse quest’ultimo che Pinerolo cominciava a perdere favo-
re, almeno nei gusti personali del principe
10
.
Il Consiglio che affiancava il giovanissimo luogotenente lo accom-
pagnò di norma nei suoi maggiori trasferimenti, dividendo la propria at-
tività fra Pinerolo e Torino; più sedentario del principe, tuttavia, esso
non lo seguì nei suoi frequenti spostamenti minori, continuando a ri-
siedere nell’una o nell’altra delle due città anche quando il principe, per
un motivo o per l’altro, se ne allontanava. Ancor più nettamente dell’iti-
nerario del principe di Piemonte, l’operato del suo Consiglio conferma
insomma l’impressione di una bipolarità non ancora risolta fra il centro
che tradizionalmente fungeva da residenza del principe e quello che per
la sua collocazione più favorevole appariva sul punto di soppiantarlo co-
me sede principale dell’amministrazione. Una bipolarità confermata an-
che dalle riunioni dei Tre Stati convocate durante la luogotenenza di
Amedeo, delle quali poco più di un terzo ebbe luogo a Pinerolo, quasi
altrettante a Torino, mentre le rimanenti si distribuirono fra quattro di-
verse località
11
.
L’improvvisa scomparsa del principe di Piemonte, il 17 agosto 1431,
segnò la fine dell’equilibrio stabilitosi durante la sua luogotenenza fra
le ambizioni pinerolesi e quelle torinesi. Nello stesso momento in cui la
decisione di seppellire il principe a Pinerolo accanto ai principi d’Acaia
sembrava ribadire la centralità pinerolese nel quadro di un progetto di
governo incentrato sulla valorizzazione della continuità dinastica, il Con-
10
Per ricostruire l’itinerario del principe ho utilizzato i documenti editi in
tallone
,
Parla-
mento sabaudo
cit., III, e in
f. gabotto
,
La politica di Amedeo VIII in Italia dal 1428 al 1435 nei
«Conti» dell’Archivio Camerale di Torino
, in «BSBS»,
xii
(1907), pp. 143-69;
HPM
,
Leges
, I, c.
451; ASCT, Carte Sciolte, n. 3816; ACP,
Ordinati
, 1427-33, ff. 45
r
, 70
v
, 84
r-v
, 100
r
, 102
r
, 105
v
,
106
v
;
caffaro
,
Pineroliensia
cit., pp. 199-200;
f. cognasso
,
Amedeo VIII
, Torino 1930, p. 256;
marini,
Savoiardi e piemontesi nel ducato sabaudo
cit., p. 19 e nota.
11
tallone
,
Parlamento sabaudo
cit., II: dal febbraio 1428 al 17 agosto 1431, 17 riunioni a Pi-
nerolo, 15 a Torino, 9 a Vigone, 3 rispettivamente a Rivoli e Villafranca, 1 a Carignano.