

siglio, in attesa di ricevere disposizioni da parte del duca, si trovò a do-
ver scegliere autonomamente la sede da cui governare le province ci-
smontane: e dopo essersi riunito a Rivoli alla fine di agosto optò senza
esitazione per Torino, da dove avrebbe operato regolarmente a partire
dal settembre. Il prolungarsi di questo soggiorno torinese suscitò l’in-
quietudine di Pinerolo, che l’8 gennaio 1432 inviò una supplica diret-
tamente al duca pregandolo di costringere il Consiglio a risiedere a Pi-
nerolo, «iuxta formam litterarum ducalium eidem communitati conces-
sarum super residentiam ipsius venerabilis Consilii»
12
. Questa volta
tuttavia il duca non ritenne opportuno intervenire nel senso sperato dai
Pinerolesi: il Consiglio, infatti, rimase a Torino, da cui non si sarebbe
più allontanato in futuro se non eccezionalmente, e dove il comune si
affrettò a deliberare la costruzione di una casa «pro audiencia Consilii
illustris domini nostri Sabaudie ducis Taurini residentis». Proprio nel
corso di quell’anno 1432 si sarebbe del resto generalizzato nelle fonti
l’appellativo di «Consilium Thaurini residens», destinato a restare da
allora la più diffusa designazione corrente di quello che ufficialmente si
definiva Consiglio cismontano. Egualmente a Torino si svolsero di pre-
ferenza, negli anni immediatamente successivi, le riunioni dei Tre Sta-
ti; in qualche occasione si tennero a Vigone, assai raramente invece a
Pinerolo
13
.
Sebbene la maggior fortuna di Torino cominciasse a delinearsi già in
precedenza, è in quegli anni che la bilancia pende definitivamente a sfa-
vore di Pinerolo, come dimostra in modo inequivocabile, alla fine del
1434, la venuta del nuovo principe di Piemonte, Ludovico. Il secondo-
genito del duca aveva assunto il titolo il 7 novembre di quell’anno, e nel-
le stesse circostanze era stato investito dal padre, ritiratosi a Ripaille,
della luogotenenza generale del ducato. Tanto più significativo appare
il fatto che quando Ludovico, ai primi di dicembre, passò le Alpi per
presenziare alle trattative di pace col marchese di Monferrato, la sede
dei colloqui sia stata fissata senz’altro a Torino; giunto in città l’11 di-
cembre, il principe vi rimase fino al marzo successivo, convocandovi an-
che i Tre Stati. In verità Ludovico non sembra aver tratto particolare
piacere dal soggiorno torinese, né essersi appassionato a trattative in cui,
per la sua giovane età, svolgeva un ruolo più formale che sostanziale: già
il 17 dicembre il figlio del marchese di Monferrato, che capeggiava la
Torino e le comunità del Piemonte nel nuovo assetto del ducato sabaudo
387
12
ACP,
Ordinati
, 1427-33, f. 180
r
.
13
ASCT,
Ordinati
, 66, f. 116
r
;
f. gabotto
,
La politica di Amedeo VIII in Italia dal 1431 al
1435 nei «Conti dei tesorieri di guerra»
, in «BSBS»,
xix
(1914), pp. 280-91. Quanto alle riunioni
dei Tre Stati, dalla morte del principe di Piemonte a tutto il 1434 si registrano 16 riunioni a To-
rino, 8 a Vigone, 2 a Pinerolo, 1 a Moncalieri.