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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
vocò nuovamente i Tre Stati alla fine di quell’anno, mentre anche Sa-
vigliano non nascondeva la sua ambizione di ospitare fra le proprie mu-
ra il capitano e il Consiglio; sicché il consiglio comunale di Pinerolo fu
costretto a più riprese a mandare ambasciatori al Colombier «ipsum re-
quirendo quod hoc faciat venire Consilium et eius collaterales». Sol-
tanto dopo queste pressioni il capitano si lasciò convincere, se non a
risiedere in persona a Pinerolo, almeno a lasciarvi più stabilmente il
suo Consiglio, che acquisiva in tal modo, per la prima volta, i tratti di
un organismo amministrativo autonomo, subordinato bensì al duca e
al suo rappresentante, ma capace di operare anche in assenza di que-
st’ultimo
7
.
La riluttanza del Colombier a insediare stabilmente a Pinerolo il
centro della propria amministrazione non sembra implicare una preci-
sa volontà di ridurre il ruolo politico della città, che conservava la sua
funzione di residenza temporanea del principe e dunque il suo primato
simbolico nella regione subalpina. Essa rivela, semmai, che dopo l’an-
nessione del principato il territorio controllato dal capitano generale era
divenuto troppo esteso perché un solo uomo potesse far sentire perso-
nalmente la propria presenza ovunque essa era necessaria: non sorprende
quindi che nell’agosto 1422, dopo che il Colombier era stato costretto
a trattenersi per alcuni mesi nel Piemonte settentrionale, sia stato de-
ciso lo sdoppiamento del capitanato di Piemonte in due settori, «supe-
rius» e «inferius», aventi a confine la Stura. A partire da questo mo-
mento Pinerolo ritrovò immediatamente la sua centralità: poiché men-
tre l’amministrazione del Piemonte «inferius» gravitava su Ivrea, il
nuovo capitano del Piemonte «superius», Jehan de Montluel, in carica
dal 1422 al 1426, e sotto la cui giurisdizione rientrava il nucleo storico
dei domini sabaudi di qua dai monti, riunì di preferenza a Pinerolo il
suo Consiglio, e qui convocò nella maggioranza dei casi le riunioni dei
Tre Stati. Le concessioni ducali ottenute a suo tempo da Pinerolo riac-
quistavano così il loro pieno valore, e con esse aumentava la sicurezza
di sé della comunità pinerolese, tanto che quando, nell’ottobre 1424,
avvenne al Montluel di convocare gli Stati a Torino, Pinerolo gli inviò
7
ACP,
Ordinati
, 1421-24, ff. 12
r
, 20
r
, 24
v
, 28
v
,
30v
, 37
r
;
a. caffaro
,
Pineroliensia
, Pinero-
lo 1906, p. 198;
tallone
,
Parlamento sabaudo
cit., II, p. 400;
gabotto
,
Contributo alla storia del-
le relazioni fra Amedeo VIII di Savoia e Filippo Maria Visconti
cit., pp. 317 e 318 (entrambe in no-
ta). Per il vicariato di Torino conferito al Colombier e i ripetuti soggiorni in città del capitano e
del suo consiglio cfr. ASCT,
Ordinati
, 59, f. 74
r
, dove sono trascritte anche le lettere di nomina
del 19 luglio, e 61, ff. 80-81; AST, art. 86, par. 1, m. 3, rot. 9, 1419-21;
tallone
,
Parlamento sa-
baudo
cit., II, pp. 395-99. Per Savigliano cfr.
c. turletti
,
Storia di Savigliano
, I, Savigliano 1879,
p. 428.