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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
deo, figlio di Amedeo VIII, quest’organismo, che era sempre stato iti-
nerante, fissò la propria residenza in città: nel 1432 si procedette alla
costruzione di una casa per le udienze, a cui il comune contribuì finan-
ziariamente
5
.
La scelta del Consiglio fu dettata dalla collocazione di Torino lun-
go le vie di comunicazione tra la Savoia e la pianura lombarda. Essa fu
determinante per porre termine alla competizione che contrapponeva
le città piemontesi per ospitare lo Studio: lo stretto legame che esiste-
va infatti tra l’università, la cui facoltà di legge era la più importante,
e l’amministrazione sabauda alla quale questa forniva i quadri dirigen-
ti, spinse Ludovico di Savoia principe del Piemonte a decretare nel 1436
la perpetua unione del Consiglio e dell’università e a stabilirne irrevo-
cabilmente la sede in Torino.
All’atto della conferma il principe chiese alla città di procurare sedi
idonee per le scuole, di dotarle degli arredi necessari e di garantire la di-
sponibilità di case adeguate agli studenti e ai professori, per ottenere le
quali ordinò di sfrattare gli Ebrei e di segregarli in qualche angolo ap-
partato. Inoltre, ordinò di lastricare entro quattro anni le strade princi-
pali, sotto pena di 100 lire forti, affinché la città fosse resa più sana e
più bella
6
.
Che le condizioni del centro urbano fossero disastrate appare anche
da alcuni interventi del consiglio comunale di poco precedenti: nel 1431
erano stati deliberati lavori di manutenzione alla lastricatura della piaz-
za del mercato e delle vie vicine, per la creazione di canalette dove l’ac-
qua corrente potesse raccogliere gli scarichi delle rittane
7
; tuttavia la ri-
chiesta del principe era motivata da una concezione della città, spaziosa,
ordinata e decorosa, condivisa dai notabili dell’
élite
politica e culturale,
ma non propria della classe dirigente cittadina, abituata a convivere con
gli aspetti più rurali della sua quotidianità e a misurarsi con il peso fi-
nanziario di ogni manutenzione straordinaria.
Il comune si dimostrò disponibile ad attuare gli interventi di risana-
mento, anche se si contestarono i termini e la penale: si presero accordi
per pavimentare la strada di Porta Susa e nel luglio del 1439 almeno tre
pavitores
lavoravano in città; tra l’altro si offrì la possibilità a coloro che
risiedevano in vie non incluse nell’ingiunzione ducale di usufruire della
5
ASCT,
Ordinati
, 66, c. 116
r
(14 luglio 1432);
a. barbero
,
Le origini del Consiglio Cismonta-
no (1419-1432
), in «BSBS»,
lxxxvi
(1988), pp. 649-57.
6
vallauri
,
Storia delle Università degli Studi del Piemonte
cit., I, pp. 286-98, lettera patente
di Ludovico di Savoia principe di Piemonte del 6 ottobre 1436.
7
ASCT,
Ordinati
, 66, cc. 17
r
(12 marzo 1431), 37
r
(28 maggio 1431).