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Un nuovo t e s s u t o u r bano pe r una c l a s s e d i r i g en t e

r i nnova t a .

Dopo la metà del Quattrocento lo sviluppo di Torino come centro

amministrativo e di cultura determinò un fortissimo incremento demo-

grafico e un consistente ricambio nei vertici politici della città. L’anali-

si dei consegnamenti dei beni mostra che l’aumento della popolazione

fu dovuto soprattutto all’immigrazione, sia di poveri o artigiani in cer-

ca di fortuna, sia di funzionari, dottori, ufficiali legati all’amministra-

zione sabauda o all’università, e di uomini d’affari che trovarono terre-

no fertile per un arricchimento personale. I patrimoni più consistenti

appartenevano ormai a costoro, che avevano superato in ricchezza le an-

tiche famiglie signorili, molte delle quali scomparvero addirittura

12

. I ri-

levamenti fiscali rendono conto, inoltre, solo di una parte dei possedi-

menti urbani: i notabili dell’amministrazione ducale spesso godevano di

privilegi ed esenzioni che li esoneravano dai carichi impositivi e dagli

obblighi comunitari. A questo proposito nel 1471 gli amministratori,

esasperati, si lamentarono con il duca: non poteva più essere garantito

il servizio di guardia poiché vi prendevano parte solo «pauperes agrico-

le» male vestiti e peggio armati, mentre si negavano alla suddivisione

degli oneri soprattutto «illi qui maiora capiunt emolumenta in ipsa ci-

vitate». Nel 1487 si riteneva che la quota di beni distolta dall’imposi-

zione fiscale da parte di dottori, ecclesiastici, commissari, segretari, pro-

curatori e monetieri a causa di privilegi ritenuti ingiusti dagli ammini-

stratori assommasse a circa un quarto delle proprietà urbane e rurali

13

.

Le denunce dei beni immobili, raccolte secondo gli isolati di resi-

denza dei proprietari fino al 1464, mostrano che i meno abbienti si affol-

larono soprattutto nelle aree periferiche, nei pressi delle porte urbane

minori, assecondando la tendenza a emarginare i più poveri che era già

emersa dagli interventi ducali. Nella seconda metà del Quattrocento

inoltre vi fu una ripresa demografica dei borghi extraurbani, che, già

popolosi nella prima metà del

xiv

secolo, erano stati abbandonati in se-

guito alle ondate epidemiche di fine Trecento. Soprattutto oltre Porta

Segusina, lungo le strade che portavano a Rivoli e a Collegno, si rico-

stituirono agglomerati di una certa importanza, dove si trovavano an-

La vita e le istituzioni culturali

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s. a. benedetto

,

Paesaggio, popolazione e società nella Torino del Quattrocento

, dattiloscrit-

to presso Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere, 1983, pp. 53-60;

bonardi

,

L’uso so-

ciale dello spazio urbano

cit., pp. 161-62.

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ASCT, Carte Sciolte, n. 25 (25 maggio 1471 e 8 settembre 1487).