

degli ospiti. Nei primi decenni del Cinquecento infine ben quattordici
locande offrivano alloggio all’interno delle mura: le più importanti e fa-
mose, dotate di stalle e cortili di servizio, spesso circondate da botte-
ghe, si trovavano nel quartiere di Porta Doranea o lungo la strada pub-
blica (alberghi della Corona, delle Chiavi, del Cappel Rosso, dell’Ange-
lo, della Cerva, del Montone, di San Giorgio, del Leone, dei Tre Re a
cavallo); erano stati aperti tuttavia anche altri alberghi, più modesti, in
zone meno centrali, come nel quartiere di Porta Marmorea nella par-
rocchia di San Tommaso. Due locande infine si trovavano nei sobbor-
ghi, una nelle immediate vicinanze di Porta Segusina e una nei pressi
del ponte sul Po
27
.
(
m. t. b.
)
2.
La scuola e l’università.
Le or i g i n i de l l o Stud i o .
Promotore dell’università di Torino fu il principe Ludovico di Sa-
voia-Acaia, probabilmente sollecitato da alcuni docenti dello Studio di
Pavia determinati a trasferirsi nelle terre piemontesi a causa dell’insi-
curezza dell’ambiente lombardo, in seguito alla morte improvvisa di
Gian Galeazzo Visconti, avvenuta nel 1402. Il Piemonte al contrario at-
traversava in quegli stessi anni una fase particolarmente propizia, so-
prattutto nei territori cismontani degli stati sabaudi. Verso la fine del
1404 incominciò dunque a funzionare in Torino un nuovo centro di in-
segnamento a livello superiore, lo
Studium generale
, con almeno un cor-
so di diritto tenuto da un professore di origine pavese.
Dopo il tentativo fallito di proporre come sede universitaria Pinero-
lo, centro della dominazione degli Acaia, la località prescelta era stata
per l’appunto Torino perché città vescovile, ma soprattutto per la sua
particolare posizione geografica, sull’asse di importanti vie commercia-
li con l’oltralpe, la Liguria, la Lombardia. Secondo la consuetudine del-
le università medievali, la nuova istituzione venne subito formalizzata
da una bolla di Benedetto XIII, papa di Avignone, e in seguito sarebbe
stata legittimata da ulteriori riconoscimenti ufficiali: nel 1412 dal di-
ploma dell’imperatore Sigismondo, l’anno successivo da una bolla del
pontefice del concilio pisano Giovanni XXIII e poi, forse nel 1419, da
La vita e le istituzioni culturali
597
27
Ibid
., pp. 177-80;
cavallari murat
(a cura di),
Forma urbana
cit., I,
i
, pp. 453- 55.