Table of Contents Table of Contents
Previous Page  608 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 608 / 852 Next Page
Page Background

602

Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

le, che riversava ogni anno nelle casse dello Studio ben 2000 fiorini: for-

ti pressioni da parte di gruppi di potere di ambiente mercantile, che con-

sideravano quel tributo un intralcio per le attività commerciali in terri-

torio piemontese, indussero infatti il duca ad accettare la proposta di so-

stituirlo con un versamento

una tantum

della somma ragguardevole di

50 000 fiorini da parte dei tre Stati (clero, nobili, popolo)

35

.

L’ organ i zzaz i one deg l i s tud i .

Il problema del debito pubblico, che non sempre consentiva una re-

golare copertura degli stanziamenti programmati, rappresentava natu-

ralmente un forte elemento di debolezza dell’istituzione.

Immancabili opposizioni di gruppi di pressione cittadini potevano

inoltre condizionare in modo più o meno esplicito le scelte delle magi-

strature comunali riguardo alle questioni dello Studio, costellando così

di una serie di ostacoli il cammino della realizzazione dei progetti sa-

baudi. Tuttavia intorno alla metà del

xv

secolo l’istituzione universita-

ria si presentava con una struttura ormai ben consolidata. La sua fisio-

nomia appariva delineata in modo abbastanza chiaro e anche il suo or-

dinamento risultava sufficientemente definito: vi erano istituiti i corsi

di arti e medicina, diritto civile e canonico, mentre l’insegnamento di

teologia era sempre gestito dai frati Minori e dai Predicatori, limitan-

dosi l’università a rilasciare ufficialmente i gradi accademici. L’ordina-

mento universitario del tempo prevedeva – come è noto – che il

curri-

culum

degli studi si concludesse con il conseguimento di titoli legalmente

riconosciuti. Secondo le disposizioni papali e imperiali, anche a Torino

la licenza di insegnare e il dottorato venivano concessi dal vescovo, nel-

la sua veste di cancelliere dello Studio, oppure da un suo rappresentan-

te durante una cerimonia solenne che si svolgeva nella cattedrale appo-

sitamente allestita per l’occasione a spese della comunità.

Per il secondo Quattrocento e oltre, le testimonianze documentarie

conservate negli archivi torinesi (archivio di Stato, archivio storico del-

la città, archivio dell’arcivescovado) attestano una regolare attività del-

lo Studio: sono documentati – fra l’altro – pagamenti più o meno con-

tinui non solo al personale docente e non docente da parte del tesorie-

re dell’università, ma anche al campanaro che suonava l’ora delle lezioni

e di altri appuntamenti accademici, oltre a frequenti e impegnativi in-

terventi per attrezzature e opere edilizie a carico della città. D’altra par-

35

Il documento è edito in

vallauri

,

Storia delle Università degli Studi del Piemonte

cit.,

pp. 308-13, doc.

xxii

.