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scrittore erudito, Leandro Alberti bolognese, autore di una interessan-

te

Descrittione di tutta Italia

, compiuta in lunghi anni di lavoro e impressa

infine nel 1561 a Venezia, per i tipi di Ludovico degli Avanzi

25

.

La narrazione, senza eludere la leggenda delle origini già riferita dal

Bergomense, prende le mosse dalle vicende storiche, che percorre dai

tempi remoti «insino al presente» ossia al «mille cinquecento cinquan-

tatre», anno della stesura, e non manca di riferire della «lunga guerra»

che ha portato la dominazione francese nel «Ducato di Turino», guer-

ra «per la quale sono stati roinati quasi tutti questi luoghi». La città,

«posta alle radici de i monti, in forma in quadrata, con quattro porte»,

sembra sfuggita al disastro: concordando con Andrea Minucci, lo scrit-

tore sottolinea che «vi si veggono begli edifici», e tuttavia aggiunge che

bella «tra gli altri» è la «Chiesa Maggiore», ossia la cattedrale rinasci-

mentale sorta sul finire del Quattrocento per la munificenza del cardi-

nale della Rovere. Come alcuni precedenti relatori, nota che «vi è lo stu-

dio generale» e conferma la percezione di un certo stato di benessere

materiale: Torino, riferisce, «abbonda molto delle cose necessarie per il

vivere humano». In sintonia con il poeta di trent’anni innanzi, ma con

diverso linguaggio, rileva che «ha buono et fertile territorio», e men-

ziona il Po, navigabile «sotto Turino»; per contro, pur citando il tor-

rente «Sangono», che «alquanto più in alto» confluisce nel

rex fluvio-

rum

, tace della Dora.

Fornito di un buon bagaglio di erudizione, istruito fors’anche dalla

Descrittione

dell’Alberti, vent’anni dopo il giovanissimo archeologo or-

leanese Nicolas, figlio del poeta Germain Audebert, compie un lungo

viaggio in Italia; tra le tappe delle sue peregrinazioni per la penisola non

manca Torino

26

. Entrandovi dalla «porte

del Castello

», la città gli appa-

re «fort belle et bien peuplée, de grandeur mediocre» e, per un errore

di prospettiva, «entierement ronde», come l’immagine fantastica dell’Al-

bicante

27

. «Ceinte de tres bons murs, tours, et fossez bien profonds»,

custodisce al suo interno alcuni privilegi: «en ceste ville y a Archeve-

sché, Université en Theologie, droict Civil et Canon, Medecine» e al-

tre discipline; inoltre vi è «un Senat, qui est le parlement de tout […]

le Piedmont». Tra gli edifici degni di nota, a differenza di quasi tutti i

suoi predecessori, il viaggiatore francese elenca la «Cathedrale eglise,

Immagini della città nelle relazioni dei viaggiatori e dei diplomatici

819

25

l. alberti

,

Descrittione di tutta Italia

, Venetia

mdlxi

, f. 456

r

-

v

.

26

n. audebert

,

Voyage d’Italie

, a cura di A. Olivero, Roma 1981, pp. 139-47. Si vedano, in

proposito,

e. kanceff

,

Francesi a Torino dal Rinascimento al Romanticismo

, in

paloscia

(a cura di),

Il Piemonte

cit., pp. 15-16;

comba

,

Lo spazio vissuto

cit., pp. 14 e 40.

27

Cfr. sopra, nota 3.