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sono mezzi d'istruzione, non possono evidentemente stare
nell'attuale loro condizione; il non farli progredire è poco
meno che renderli inutili in pochi anni, e quindi è neces–
sario che continuino ad assistere la Scuola tutti coloro i
quali desiderano il suo progresso.
E lo scrivente, mentre anche a nome dei suoi colleghi si
mostra riconoscentissimo per quanto e Municipio e Pro–
'vincia hanno già fatto, non può a meno di rinnovare le
ue istanze, affinchè nel prossimo ampliamento dei locali
universitari non sia trascurato l'Istituto del Valentino che,
per il eredito di cui gode e per
il
numero degli allievi da
cui
è
frequentato, merita di essere posto in grado di sempre
progredire
e"
di continuare nell'alto suo còmpito di dare al
paese il}gegneri abituati al lavoro e capaci di progettare e
di dirigere le opere molteplici e grandiose a eui la Nazione
è continuamente chiamata.
A proposito poi dei bisogni della Scuola degli ingegneri
di Torino, lo scrivente deve ancora far notare: che, appro–
vandosi' la legge che ta innanzi al Parlamento sull'istru–
.zione superiore, vien concessa l'autonomia didattica a
tu~ti
gli istituti in cui quest'istruzione è impartita; che proba–
bilmente la Facoltà di scienze fisiche e matematiche delle
Università, dedicandosi in avvenire più alla coltura scien–
tifica anzichè a quella più modesta con indirizzo speciale
alla carriera dell'ingegnere, sararino per creare la conve–
nienza e forse la necessità
di
ricevere direttamente gli aspi–
ranti all'ingegneria dai licei o dagli istituti tecnici e di im–
partire nelle 'Scuole per gli ingegneri gl' insegnamenti che
s'impartiscono nelle Università per dare ai medesimi un
indirizzo consentaneo ai bisogni 'degli allievi ai quali si
devono fare; e che il soddisfacimento di un tal bisogno
avrebbe per risultato di dover nominare per lo meno sei
nuovi professori e altrettanti' assistenti con un non piccolo
aggravio al bilancio della scuola.
Quest'osseryazione sulla non lontana probabilità della no-