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Poco

O

nulla noi sappiamo intorno alla città di Torino prima

della conquista romana. Essa era la capitale del popolo dei

Taurisci

o

Taurini,

che abitava

16

valli della Dora, della Stura

e dell'Orco sino alla confluenza di questi fiumi col Po, ed era

perciò chiamata

Taurasia.

Quando Annibale, varcate le Alpi,

pose

il

piede nella pianura piemontese trovò in Torino una fiera

resistenza (218 a. C.). Polibio la dice citt à fortissima, e Livio

aggiunge che, per fortuna di Annibale, i Taurini erano in questo

tempo iu lotta cogli Insubri (1). Divenuta colonia romana Torino

fiorì sempre più sia per la pace, che regnava nel Piemonte e

nell' Italia, sia per il continuo passaggio di eserciti romani e di

mer canti diretti alla Gallia Transalpina o da quella in Italia,

attraverso il Monginevro.

Dall'Italia alla Gallia, infatti, si accedeva oltre che per mare,

per quattro grandi strade, che ci sono ben note per diverse fonti.

La prima era la via marittima che da Luna. seguendo il mar

Ligure, per

Genua, Vada Sabatia

(Savona-Vado),

Albingaunum

[Albenga) ed

Album Intemelium

(Ventimiglia) giungeva a

Nicea

(Nizza). La seconda, da

Placentia

(Piacenza) si spingeva a

Derthona

(Tortona) donde una biforcazione scendeva per

Libarna

(Serravalle

Scrivia) su Genova, ed un'altra proseguiva per

Forum Fulvi

(Villa di Foro ) ed

Hasta

(Asti) a

Carreo Potentia

(Chieri) e ad

Augusta

Taurinorum

(Torino). Qui veniva pure a far capo

un 'altra strada, che da

Ticinum

(Pavia), risalendo la riva destra

del Po, toccava

Laumellum

(Lomello),

Guttie

(Cozzo),

Rigomago

(Trino) e

Quadrata

(luogo distrutto presso la confluenza della

Dora Baltea col Po). Da Torino la strada si dirigeva per la valle

della Dora Riparia a

Seçusio

(Susa), quindi ad una località chiamata

concordemente

Ad Martem

(probabilmen te Oulx), e finalmente,

per

Gesdaone

(Cesana) arrivava al colle di

Matrona

(Monginevro),

discendendo poi a

Brigantium

(Br iançon) ed

Eborunum

(Embru n).

L'ultima via, movendo pur essa da

Ticinum,

per

Nooaria ,

Vercellae, Eporedia

(Ivrea) e

Vsotricium

(Verrès) portava ad

Augusta Praetoria

(Aosta), donde si sdoppiava verso due distinti

valichi alpini, e cioè, per

l'Alpis Graja

(Piccolo San Bernardo),

metteva capo a

Darantasia

(presso Moudon -en-Tharantaise}; e

(O

POLIB.,

III. 60; Lrv,

XXI,

~9.

Cf,'.

anche

PROMIB,

storia dell'antica

Tnrino;

Torino,

1869

p.

30

e segg.

NIBSEN,

ltatische

Landeskunde,

Berlin,

1902, Il,

1.

p .

163-165.