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Accanto al sentimento religioso si procurava che si rafforzasse

e crescesse nell'animo degli Accademisti la devozione al Sovrano.

Nelle famiglie, dalle quali si reclutavano gli allievi (nobili per

lo più, di militari non nobili alcune, d'impiegati alcune poche),

questo sentimento era tradizionale; presso molte di esse si era

mantenuto inviolato durante l'occupazione francese, presso alcune

aveva bensì trovato modo di transigere coll'usurpatore, ma era

sincer amente , naturalmente ritornato, quando il Piemonte era

«

ridivenuto una sola famiglia con Vittorio Emanuele, padre ado–

r ato

»

(l). Per l'età , alla quale gli allievi venivano ammessi,

poca poteva essere l'impressione rimasta nell' animo loro del

periodo francese, ed essa aveva avuto già il tempo di attenuarsi

maggiormente nei mesi passati dal maggio 1814 in poi, per gli

onori riavuti in famiglia e per le impressioni recenti

«

delle

quali non c'era cuore in Piemonte che non conservasse me–

moria » (2). Gli allievi erano dunque cresciuti nell' affetto per

la Casa di Savoia, ed ora il Re, capo supremo dell'esercito, erede

di secolari glor ie militari, provat o egli stesso ai cimenti della

guerra (1792-98), appariva, e doveva apparire, ai nuovi accade–

misti come

il

capo venerato della famiglia militare , alla quale

essi venivano ad ascr iversi , alla quale quasi tutti i loro padri

appartenevano; epperò gli impulsi, che l'educazione doveva impri–

mere ad un sentimento succhiato

«01

latte ed ereditato col sangue,

non avevano bisogno di particolare energia. Con tutto ciò assidue

e zelanti erano le cure del comandante dell'Accademia per iscal–

dare nell' animo degli allievi quella devozione al Sovrano, che,

a ragione, reputava elemento gl'ande e necessari o di un buon

spir ito negli ufficiali e fattore etIlcace della loro compagine. Egli

non attingeva però al concetto che personifica nel Re la Na–

zione , che ne fa l'espressione della stabilità dello Stato, che in

lui, capo dell'esercito, esempio sicuro di valore militare, incarna

un alto ideale, una somma di tradizioni e di speranze. I tempi

portavano a rappresentare

il

Sovrano come

il

padrone dello

Stato, il rappresentante d'un diritto superiore a tutti i diritti ,

trasmesso a lui per volere divino; e così la devozione verso di

(1)

S"'~TORRE

SAl'1TAROSA,

De

/(I

rlcolulion piémontaise.

(2) SANTORRE SAl'1TAROSA,

id.

id .