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neva che per la vita spicciola, per tutti gli atti comuni e gior –
nali eri, nei quali l'i ntervent o continuo della coscienza reli giosa
poteva semb rare in qualche modo esag erato, fosse messo ac–
canto ad essa un criter io semplicemente umano che serv isse di
gu ida ag li allievi in tu tte le lor o azioni. Esso doveva natural–
mente essere r icercato in modo che r iuscisse ada t tato alla pro–
fessione alla qual e quei giovani si destinavano e, intanto, a lla
loro condizione presente di accademisti. Se si percorrono i libr i
degli ordini di qu esti primi tempi dell'Accademia, nei quali gior –
nalmente vengono r egistrate le puniz ioni inflitte coi loro motivi
e con opportuni commenti, si vede, può dirsi, continuamente
fatta la parafrasi del motto
Noblesse obuae :
può dirs i pertanto
essere questa la divisa pr incipale presentata ag li a llievi e tenuta
semp re spiegata davant i a i loro occhi perch é v'inform ino le lor o
azion i. Non può negarsi che la div isa sia ar istoc ratica, ma non
è da essa ch e possa derivare un'« aristocratica intolleranza e
petulanza » ( l) , ch è anzi data la costituzione aristocratica del –
l'es er cito d'allora, data l'aristocratica composizione dell'Acca–
demia, che erano condizioni non scelte dal Comando, ma im–
poste dal fatto, nessun maggior freno all'intolleranza e alla pe–
tulanza pot eva trovarsi del r icordo continuo degli obb ligh i
inerenti a lle classi superiori, nessun mig lior eccitamento alla
virtù poteva trovarsi del r ichiamo al dovere, che ad esse class i
incombe e pel quale parole ed azioni devono riuscire di giustifi–
cazion e, di conferma a codesta superiorità, In questo senso ci
sembra ch e debbano interpretarsl i richiam i ch e, nei suoi ordini
sc ri tti, fa cont inuamente
il
Comandante agli obblighi inerenti a
chi apparti ene a un « nobilissimo corpo » a chi fa parte di una
«scelta giovent ù,
»
ecc. È, fino ad un certo punto uno
sptrito
iu casta,
ma nella sosta nza
è
uno
sptrito
di
Corpo
che si cerca
d'infondere nell'animo degli alli evi:
sp irtto
di 'COf'PO
come ac -
(1) Il PI NELLI nella sua
Storia militare del Pi emonte
vo I II, cap. IV chiama il Robilant
u uomo eminente me nte accon cio ad instillare in qu elle teu er e menti i sentimenti tutti
di qu ell 'aristocratica intolleranza e petulanza ch e rep utavasi a llora indivisi bile dalla
qualit à di ge ntil uomo", L'esame dell'oper ato del g enerale Robilant nel governo del–
l'Accademia ci ha convinti come l'appunto fattogli dal Pinelli non risponda al vero ,
tanta è la pacat ezza, la religiosa mitezza che contraddistin g ue ogni atto di qu el gen e–
rale. Che il Pinelli avesse conosciut o per petulanti gli Accademisti, pu ò darsi, ma non
lo fur ono
pe r ape"a
del R obilant o del Saluzzo, ben sì
ma lgrcllla
essi.