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lui, risuscitando abitudini di un secolo passat o, si esplicava con un

carattere personale, cortigian esco, quasi serv ile, se non fosse

sta to temperato dalla considerazione che l'accostarsi al Re era

sempre un privil egio. Gli allievi pertanto vengono eccitati allo

studio ed alla buona condotta « per meritare le Reali Grazie

»,

poich è dal Reale favore tutto dipende; le promozioni e le nomine

e la concessione di un nuovo uniform e e quanto viene fatto per

l'Accademia, tutto è un effetto della « paterna amorevolezza del

Re. » Nella sostanza , come nella forma, vi è un'intonazione di

ossequio così profondo da far ricordare l'opinione che la regina

Maria Teresa aveva dei ministri del Re (l), piuttosto che rima–

ner e l'espressione di un affetto profondo ) riverent e ) pronto a

qualunque sacr ifizio, ma pur non scompagna to da virile e mili–

tare dignità. Nel giudicare però dei sentimenti di quel tempo,

e più ancora della forma con cui si dava espressione ai senti–

menti , non bisogna tenere

il

cr iter io dei tempi attuali ; occorr e

soprattutto ricordare che si taceva allora un accentuato, un esa–

gerato, un ostentato ritorn o al passat o.

Il Re Vittor io Emanuele dimostrava da parte sua molto interes–

samen to per !'Istituto da lui fondato. Egli aveva stabilito che

di sei in sei mesi gli fosse minutamente riferito, per

mezzo

del

ministro, su ciascun allievo (2) « deUa sua Accademia Militar e »,

ìnfor rnandolo

dei suoi « por tamenti in reli gione, disciplina, su–

bord ìnazione,

progr esso negli studi ed eserc izi.» Nè omise

di'

venire personalmente a visitare più di una volta la casa. La

prima di queste visite, preannunciat a già agli allievi fin dai primi

di febbra io, ebbe luogo

il

l Omarzo 1817. Attivi era no stati ìpre–

parativi dei gior ni antecedenti, durante i quali

il

genera le Ro-

(l) Il ministro degli esteri Vall esa s'e ra nel 1818 dimesso dalla sua ca rica, perch è ad

alcune sue motivate osservazioni la reg ina 1tlaria Teresa aveva risposto che

U

che non

si arrogasse

di

fare osservazioni ai suoi padroni , e che egli

Don

era se non un

suo

servitore" V.

P I NELLI,

vo l. II , cap . IV.

(2) Cosi è determinato nell'Ordine del

l O

gi ugno 1816, ma già il BO aprile di quel–

l'anno

il

comandante, nell 'annunziare che facev a agli allievi la

l·ass egna·

meneìle,

ag –

gi ung ev a che : " S.

1tI.

il R e, volendo che in avvenir e gli ufliciali delle sue armate,

oltre all'esse re per fettamente istruiti ne lle scie nze in ge nerale e nelle teorie e prati che

dell'onorevolissima lor o professione, siano anche in faccia alla Socie tà modello di R e–

ligione, di perfetta morale e di nobile generosa ur banità di tr atto; sono prevenuti,

Signori ! che dal non interrotto ade mpimento di queste assolute sov rane istruzioni di–

pend e l'essere a tempo debito am;"essi all'onore del R . militar servizio e ad ogni van–

taggio

di

avanzamento al primo entrar e

in

esso .

n

F. L.

ROGII:n.

L a R . Accademia

ecc. _

4.