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leggere e commentare agli allievi in uno colle Regie Patenti di
nomina del ministro, eccita ndoli «ad impegnarsi per cor rispon–
de re
col massimo zelo all'onore che ri donda allo Stab ilimento,
H di cui Capo è fregiato di meriti cosi segnalati e di cosi degne
r ìcompense.» Il genera le Robilan t non cessava però di essere
comandante genera le dell'Accademia, e se la sua azione vi si
-esercitava meno assiduamente, non cessava del t utto; egli intero
veniva frequentemente alla Messa della domenica, accompagnava
i
personaggi che visitavano l'Accademia, passava le riviste meno
sl l ì
distribuendo in questa occasione
i
premi e rivolgendo ag li
.a llievl
«
gli accenti solenni della sapienza, della r eligione e della
intemerata fedeltà
»,
assisteva ai ìestegglamentì inter ni, ecc.
Perchè però l'autori tà del direttore gene ra le degli st udi, che in
mo lte attrlbuzlonì doveva sostit uirlo.,
fosse
magg iormente affer–
mata, veniva a questo
aflldato
il comando in 2° dell'Accademia.
29 Gennaio
1818. - Il cav . Cesare Saluzzo è nominato co–
mandante in 2°
(1)
e nello st esso tempo è istit uita la carica di
Iddio degli eserci ti a ben edire per sempre coll'Accade mia militare le
R.
Sabaude in –
segne, gl oria ed onore dei nostri avi e nostre •.
Riportiamo la formola del giuramento allora in uso, Al cos petto di S.
~I.
in pr esenza
-di
due gentiluomini testimoni e nelle mani del Primo Segretario di Stato per l'interno,
il
neo-ministro
giurava
U
innan zi a Dio onnipotente di ese rcitare
I'Tmpiego
con og ni
maggior sua attenzione di ben e e fedelm ente servire a S.
~I.
tanto in dett o impiego,
q uanto
in ogni altra commissione, ordine od incombenza; di non prevalersi giammai
d ell'impi ego per commettere o permett er e che si commetta che cchessia d'ingiusto o di
ill ecito ; di non rivelare alc un segreto che g li fosse
commesso
da S. l 1.; di non fare
n è
permettere che si fa ccia al cuna cosa che possa ridondare in pregiudizio de lla Reale
per sona, della famiglia R eal e e dello Stato, anzi, ven en do ne a cognizione, di rivelarla
11
d'opporvisì a tutto poter e ed a pr ezzo della vita; di dare a S. M.
il
pr oprio parere,
quando ri chi esto, secondo verità e giust izia senza al cun ri sp ett o umano; di riporre le
-scritture tutte d'onde le avesse pr ese; di non ri cev er e da al cun R e, Princip e o Potenza
-pensionì,
doni o vantaggi senza
il
consenso del R e; di rivelare dette otrerte; di non
aver e ca rteggio fuori Stato se non con partecipazione del R e ; di rimettere al R e le
1etter e tutte che conte ngano cosa al cuna rifl ett ente l' interesse della Corona; di non
{ar e alcuna raccomandazion e in favore (li chicc hess ia ta nto per affari di grazia che
-di giustizia ;
(li
nOD inge rirsi in traffici di qualunque sorta ; di non impiegar e danari
In
istati forestieri: di adempi ere e fare adempi ere
i
regolamenti; di non appartenere
ad al cuna
soc ietà
seg re ta, di non ascrivervisi per l'avvenire; e di fare tutto ciò ch e si
·c onviene ad nn buon fed ele servitore e l'rimo Segretario di guerra c marina •.
(I) La Il. Patente di detto giorno s'esp rime così :
U
Allorchè
Ci
piacque destinare
il
-cav, Cesa re Saluzzo direttore generale degli studi nella nostra
~L
Accademia, non ci
e ra ignoto quant'egli bramasse di vede r crescere e fiorire qucsto allor nascente stabi–
bilimento, nè dubitavamo ch e molto contribuir vi l'o tesse tanto per le sue estese co–
gnizioni nell e lettere e nell e scienz e, quanto per la sua natural propensione verso la
'studiosa gi ov entù alla di cui educazione aveva indiretto cure e studi particolari. II
1I10do col quale egli sostenne l'affidatogli inca rico corrispose alla nostra paterna inten–
:.zione e l'impegno ch'ei si fece di concorrere con ogni mani era di sollecitudini al mag-