Table of Contents Table of Contents
Previous Page  176 / 652 Next Page
Show Menu
Previous Page 176 / 652 Next Page
Page Background

rievocando quell a vicenda, fu pari all 'at–

tesa, poichè «nel complesso la nuova

orchestra apparve un organismo solido,

compatto, meraviglioso ed il Toscanini

un grande direttore»

(8).

Il che fu chia–

ro fin dall 'inaugurale

Crepuscolo degli

dei,

rappresentato la sera del 22 dicem–

bre 1895 (e poi per altre venti) con

vivissimo suc.::esso, culminato nella gran–

de ovazione con richiesta di « bis» (na–

turalmente non concesso) che seguì l'e–

secuzione della « Marcia funebre ». Die–

ci giorni di 'Prove avevano infatti con–

sentito al Maestro di pervenire - no–

tava

il

Bersezio nella « Gazze tta piemon–

tese» - a « una fusione e a un im–

pasto, un'accuratezza di interpretazione

e di esecuzione, finezze di coloriti e di

espressioni, certi crescendi e pianissi–

mi » grazie al « sommo impegno e :llla

rara in telligenza » (").

Non era naturalmente la prima volta

che Toscanini si accostava a Wagner.

I

primi approcci, quale violoncellista

dell'orchestra del Regio di Parma, risa–

livano addirittura al '78 e all'84 quan–

do eseguì

Tannbiiuser

e

Lobengrin,

men–

tre fin dall '86 aveva concertato per con–

to del Pomè

l'Olandese volante,

opera

che egli diresse poi al Politeama di Pa–

lermo nel marzo 1893 (e fu la prima,

e crediamo unica, volta), aggiungendovi

successivamente due edizioni di

Tann–

bauser,

entrambe nel '95, rispettivamen–

te al Carlo Felice di Genova (gennaio:

e fu un successo che le cronache anno–

tarono trionfale) e al Sociale di Trevi–

so (ottobre).

Tutto ciò, cronologicamente corretto,

non vale tuttavia a contestare che il

Crepuscolo

di Torino

('0)

inizia una lun–

ga e assidua consuetudine con

il

Wagner

più intimamente vero, e dunque artisti–

camente più valido : quello insomma che

avrebbe condotto Toscanini, attraverso

i successivi cimenti in

Tristano e I sotta

(Regio, febbr . '97),

Valchiria

(Regio,

febbr. '98),

Maestri cantori

(Scala, dico

'98), Sig/rido

(Scala, dico '99),

Lohen–

grin

(Scala, genn. 1900),

Parsi/al

(Sca–

la, dico '28), al culmine di Bayreuth . Qui

56

Una singolare immagine del giovane Toscanini

colta durante uno dei

SUOI

frequenti soggiorni torinesi di fine secolo.

Il primo incontro del maestro non ancora ventenne con il pubblico di Torino,

avvenne la sera del

4

novembre

1886

al Carignano

infatti, nel corso di successivi Festival

(1930 e '31), ebbe

il

privilegio - pri–

mo direttore straniero (e il solo italia–

no, prima che nel '39 vi lI'pprodasse an–

che De Sabata) a meritare tanto onore

- di dirigere

T

annhduser

!ma soprat–

tutto

Tristano

e

Parsi/al

(e fu la secon–

da, e ult,ima, volta nella sua carriera).

Ecco dunque perchè il 22 dicembre 1895

rappresenta una data decisiva nella vi–

cenda artistica del Maestro, cosl come

altrettanto può dirsi del

l O

febbraio

1896 che, con la prima rappresentazio–

ne mondiale della

Bohème

(preceduta

soltanto di alcuni mesi da un'edizione

veneziana de

Le Villi,

che ovviamente

non fa testo), vede aprirsi il capitolo

pucciniano di Toscanini : un capitolo

complesso, e per certi -aspetti tutt'altro

che chiarito, che culminerà nel battesi–

mo della

Fanciulla del W est

al Metro–

politan (dic. 1910) e nella gimtamente

memorabile edizione scaligera di

Manon

Lescaut

(dic. '22), per concludersi pra–

ticamente con la presentazione postuma

di

T

urandot

(aprile '26), di fatto ri–

soltasi però in un assai discutibile omag–

gio alla memoria dell'ultimo grande ope–

rista italiano

(Jl).

Estetico aristocraticismo

La prima stagione toscamnlana al Tea–

tro Regio - che vide pure l'attesa (e

parzialmente criticata per via di certi

tempi adottati dal Maestro: i famosi

«

tempi»

di

Toscanini già allora og–

getto di discussioni

e

polemiche!) pre–

sentazione torinese di

Falstaff ,

l'opera

forse più di ogni altra prediletta dal

Maestro - venne infine caratterizzata

da un altro fatto assai importante nello

sviluppo della carriera di Toscanini:

il

primo concerto (se non andiamo errati)

da lui diretto, primo di una lunga se–

rie durante quasi sessant'anni di attivi–

tà, che lo fece giudicare non inferiore

al direttore di melodrammi. Esatto ap-