

Vincitore del pre'IDio
Alpi
Apuane
L'uORlo di Torino
di
Velso
Mucci
Rapporti t radizionali fra campagna e vita industriale -
Una storia romanzata , con più di un aspetto autobio–
grafico - Intent i rivoluzionari anche nel modo di scri–
vere - Veri protagonisti sono le donne - Una visione
da macchina da presa, che illumina volti , corpi , gesti
A Parigi, nel
1937
Mucci, raro bibliofilo, apre col cugino Alberti una galleria di
quadri moderni e una libreria di edizioni originali, organizzando anche mostre di De
Chirico e Morandi. In alto: il ritratto dello scrittore, eseguito da Spazzapan nel 1931
Il nome di Velso Mucci mi
è
noto da
gran tempo, una conoscenza per terza
persona, attraverso le commosse descri–
zioni del giornalista e scrittore Eugenio
Galvano, corrispondente da Londra di
un quotidiano torinese. Galvano me ne
parlava, quando Mucci era ancora vivo
e non aveva che una fama ristretta al–
l'ambiente dei critici, come di un poeta
di finissimo gusto e di uno scrittore in
potenza molto dotato, che non aveva
trovato l'occasione per il grosso succes–
so. Ora il successo, di pubblico e di
critica, è venuto per Velso Mucci, tre
anni dopo la sua morte a Londra, dove
si era recato dichiaratamente per impa–
rare l'inglese e per ottenere un posto di
corrispondente da una capitale asiatica
per un giornale di sinistra, ma forse già
con il proponimento di scrivere in pace
quello che, nei suoi piani, avrebbe dovuto
essere un romanzo storico centrato sulle
vicende politiche e umane di una città,
Torino, che stava per lasciarsi alle spalle
un passato di centro carico di memorie
storiche, di apprezzàte .attività artigia–
nali e commerciali per consacrarsi me–
tropoli industriale, dell'auto. Il tema di
fondo avrebbe dovuto essere, insomma, il
contrasto - come disse lo stesso Muc–
ci - fra una civiltà di tipo agrario–
parcellare che attraversa a strattoni la
fase di un'industria ancora artigianale e
paternalistica e un'altra in cui si affaccia
un'economia imperialistica a trasformare
i rapporti tradizionali in Italia fra cam–
pagna e vita industriale. Il risultato? Il
libro è una storia romanzata con evidenti
squilibri qualitativi, ma redatta sempre
con intelligenza, e che ha più di un a–
spetto autobiografico.
Psicologia femminile
L'autore si era prefisso di scrivere
L'uo–
mo di
T
orino
in almeno due anni. Il
romanzo avrebbe dovuto essere di mille–
cinquecento pagine «esatte », una vol–
ta e mezzo
l'Ulisse
di James Joyce, cui
il Mucci non aveva mai cessato di guar–
dare con ammirazione non scevra però
di punte critiche. Mucci si proponeva
intenti « rivoluzionari» anche rispetto al
« modo» di scrivere. In una confidenza
a Natalino Sapegno, aveva cosi delineato
i suoi propositi : « la mia ricerca, a
ri–
guardo del romanzo, si sarebbe svolta
secondo una linea lontanissima dal tipo
di un certo realismo convenzionale e tra–
dizionale, sarebbe stata una ricerca nuo–
va, intesa a assimilare, e insieme a di–
struggere nel loro contenuto decadente,
gli esempi di Proust, Joyce e Kafka
».
Gioverà aggiungere che Mucci cosi pre–
figurava il disegno dell'opera: «una sto-
59