

dell'Ungheria e il folklore del Siamo
L'acqua del Po rispecchiava lungo le sue
sponde questa città lunare fornendo la
sua energia per illuminarla, per azionare
i motori del suo organismo (poich'era
una città viva e non morta), ha offerto il
suo alveo per ricevere e convogliare le
scorie della sua fatica . E nelle splendenti
giornate di sole, e nelle opache il Po,
ha beccheggiato con differente riflesso,
le sagome, i frontoni, le guglie, le cupo–
le, i fregi, le statue, le orifiamme, i sim–
boli; le architetture insomma
di
questa
città che nel suo provvisorio inebriarsi ri–
tesseva la trama di quel bellissimo baroc–
co piemontese di cui il castello del Va-
Veduta generale dell'Esposizione del
1898.
Si era pensato di preparare, per quell'anno, a Torino,
una Mostra delle « forze vive dell'operaio
»,
ma il primitivo proposito assurse dai brevi confini di una mostra operaia
al vasto disegno di una esposizione generale italiana. Fu come la sintesi di un grande periodo storico;
e in una varia ricchezza di architetture e di decorazioni, il trionfo dell'industria italiana
lentino era stato una splendida avvisaglia.
1861-1911 : tra le due date c'era stato
il 1870. Torino e Roma furono recipro–
camente comprensive ciascuna dei diritti
dell'altra, e l'Esposizione universale ebbe
due sezioni : quella artistica a Roma e
quella industriale a Torino;
il
Manifesto
redatto e firmato dai due sindaci termi–
nava: In nome dell'Italia, della sua re–
surrezione ad una quarta civiltà, sicuri
dei destini nazionali, memori della via
percorsa, invitiamo gli italiani, invitiamo
il consorzio delle genti civili a commemo–
rare nel 1911 a Roma e a Torino, il
cinquantenario del 27 marzo 1861. -
E . Nathan - S. Frola. ·
Il «grido di entusiasmo convertito in
legge» dal Cavour il 27 marzo 1861 era
diventato il polo ideale d'Italia, ma To–
rino «cosi maestosamente serena nella
immensità dei suoi orizzonti azzurrini,
per cui l'immaginazione si slancia fino ai
confini opposti », rimaneva il cuore pro-
pulsore.
"-
E cuore dell'Esposizione' era il Padiglio–
ne delle meraviglie dell'elettricità, che
assommava tutte le strepitose applicazio-
.ni di essa, dalle costruzioni elettromecca–
niche all'elettrochimica, al telefono, alla
trazione elettrica, al trasporto dell'ener–
gia a distanza, alle turbine; dalle onde
herziane alla telegrafia senza fili, ai primi
esperimenti di trasmISSIOne d'immagini,
alle macchine elettrostatiche, alle scariche
nei gas rarefatti, all'illuminazione a luce
fredda, alla formazione per sintesi dell'a–
zoto dall'atmosfera con archi voltaici,
Tutta la favola dell'electron era raccon·
tata, e Righi e Marconi ne erano i narra–
tori e protagonisti insieme, Galileo Fer–
raris era morto durante una lezione
nel 1897.
Questa forza misteriosa era il
deus ex
machina
dell'imponente complesso mec–
canico funzionante all'esposizione, rispon–
deva a tutti i bisogni energetici del–
la grande città provvisoria, la scenogra–
fia si serviva del suo apporto per dive·
55