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.,

.~

oltre eredità tangibile del grande evento,

costituisce da allora un fattore caratte–

ristico del paesaggio del Valentino: cioè

il Castello e

il

Borgo medievali. In tale

complesso è evidente la nota aderenza

del Piemonte al suo passato cui non vuoI

rinunciare pur nell'acquisizione del nuo–

vo, per procedere verso il futuro. Il

Castello e

il

Borgo medievali, dissi altra

volta, non sono un falso o una finzione,

ma una sintesi e una riviviscenza archeo–

logica del periodo più intenso della feu–

dalità piemontese e valdostana, attuate

con l'organare elementi autentici, o ri–

prodotti sull 'autentico, di architetture am–

bienti e costumi quattrocenteschi, in un

ultimo sogno romantico di artisti.

Squisito umaneslmo

A questa esposizione doveva riconoscersi

l'Italia nel comune lavoro e nel lavoro

in comune in venticinque anni di libertà,

per

il

quale lavoro « occorre a volte la

costanza, il coraggio talvolta, l'audacia

stessa con cui si è combattuta e vinta la

battaglia della rigenerazione politica. Per–

ciò tutti gli aspetti del lavoro vennero

posti in evidenza, tutti gli aspetti del

convivere umano, le esigenze e le istan–

ze di una società libera e democratica

che aveva preso coscienza dei suoi diritti

e dei suoi doveri. Sono posti pertanto

in evidenza non solo i progressi del mon–

do materiale, ma ancora di tuttoché si

attiene al mondo morale in Italia e che

ha sui destini futuri dei popoli ben con–

siderevoli influenze, e oltreché per le

industrie meccaniche, manifatturiere, e–

strattive, agricole, ancora per l'Arte an–

tica e moderna, per la produzione scien–

tifica e letteraria, per la Didattica, per

gli Istituti di Previdenza e di Pubblica

Assistenza e alla meravigliosa vicenda

dei fatti propizi e dolorosi che ci diede

la patria

».

In queste parole noi potrem–

mo individuare il concetto di Nazione.

E ogni regione, ogni città aveva por-

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tato

il

contributo delle sue possibilità

e delle sue caratteristiche, varie e diffe–

renti come i terreni, le rocce, la vegeta–

zione d'Italia, mutevoli come i suoi climi,

ma elementi e fattori dello scintillio ricco

e multiforme del genio italiano, capace

di trovare compensi a tutte le deficienze,

anzi facendo di queste altrettanti stimoli.

A Torino allora l'esposizione, per diritto

storico, di storia politica e

di

storia eco–

nomica insieme, perché qui per primo si

era sentito il bisogno di produrre non

i consumi, ma gli strumenti stessi della

produzione, cioè le macchine per affran–

carsi dall'estero, e per far questo biso-

Il Padiglione della Mostra Municipale allestito a cura del Comune per l'Esposizione dell'84.

Scopo principale nell'ordinare il padiglione fu di esporre in pochi tratti

la storia di Torino dai suoi primordi fino all'epoca sua più gloriosa

e al periodo in cui stava diventando un grande centro industriale.

Il padiglione, a ridosso della Galleria dell'Industria Manifatturiera,

presentava sulla facciata il prospetto del vecchio Duomo e all'interno era diviso in sei aule.

Nella sala centrale era un importante raffronto grafico delle diverse epoche di Torino

gnava forgiare le capacità e la tecnica

necessaria con adeguata istruzione pro–

fessionale e specializzata: scuole tecniche

per «formare una coscienza tecnica

».

Ed ecco le prime mietitrici meccaniche,

torni, macchine da cucire, tecniche

di

af–

finazione, trafileria, laminazione, fucina–

tura , moltiplicata produzione di acciaio,

trasformazione dell'antica meccanica.

Esposizione al Valentino ormai per tra–

dizione acquisita.

Mi accorgo che il dialogo tessuto tra To–

rino e il suo bosco si fa lungo, ma le

sue battute hanno una tale pregnanza

di

vita che sarebbe mortificare e l'uno e

l'altra se non ne riportassi ancora i brani

più salienti. Uno è ancora interpretato

dal Daneo nella sua relazione: «Sezione

speciale per i sodalizi della mutualità

del lavoro, delle Associazioni delle clas–

si operaie. Aggiunga Torino all'opera

patriottica la redenzione delle plebi, che

il suo grande Gioberti prefisse già in un

libro immortale come la meta suprema

del secolo morente

».

Ed ecco

il

grande

padiglione per la Previdenza e l'Assi–

stenza sotto l'aspetto sanitario e sotto

l'aspetto economico e morale.

Quasi un orgoglio materno sembra spri–

gionare da questa città: non basta aver