Table of Contents Table of Contents
Previous Page  40 / 652 Next Page
Show Menu
Previous Page 40 / 652 Next Page
Page Background

cati, e per ovviarvi fu utilissima la ca–

mera umida suggerita da padre Ehrle.

Ai problemi del restauro si aggiunge–

vano quel'li della ricognizione del mate–

riale salvato: era andato malaugurata–

mente distrutto anche l'inventario to–

pografico manoscritto, compilato da Ber–

nardino Peyron, che vi aveva registrato

4138 manoscritti, aggiornato poi da

Carlo Frati due anni prima dell'incen–

dio, con l'aggiunta di oltre 500 mano–

scritti, che non figuravano nel catalogo

del PasiI)i e nemmeno nell'Appendice

manoscritta di tale catalogo. Si identi–

ficarono 1765 manoscritti, saliti poi in

successive ricognizioni ad oltre duemi–

la, ma moltissimi manoscritti sono an–

cora da identificare, cosa molto difficile

perchè sono spesso mutili, parzialmente

I nterno della moderna e funzionale sala di lettura della Biblioteca Nazionale di Torino ricostruita nel 1954,

dodici anni dopo il bombardamento dell'otto dicembre

1942,

che causò danni ingenti al patrimonio bibliografico e all'edificio.

Si spera che tra non molto possa essere completata la nuova sede di piazza Carlo Alberto

meggibili e manca qualsiasi riferimento,

essendo andato distrutto l'inventario che

li

registrava.

La commozione per la sciagura fu gran–

de: numerosi doni affluirono e somme

notevoli furono spese per reintegrare

parzialmente le perdite subite . Merita

particolare menzione

il

dono del Baro–

ne Alberto Lumbroso (1904) della sua

raccolta di 26 000 volumi, stampe, ma–

nifesti ecc. relativi all'epoca napoleo–

nica. L'episcopato piemontese inviò in

dono 110 volumi, quasi tutti incuna–

buli: opere notevoli per valore furono

donate da università, biblioteche, isti–

tuti e governi di

di~erse

nazioni per

un complesso di oltre 20.000 volumi.

Al Carta era subentrato come direttore

Carlo Frati, che fu presto sostituito da

Giulio Bonazzi. Torino era diventata

una sede difficile. per i gravi problemi

che bisognava affrontare. La Commis–

sione d'inchiesta per la pubblica istru–

zione, nella sua relazione su Torino,

pubblicata nel 1910, rilevava come mol–

te delle opere donate dovessero essere

ancora schedate e collocate: in realtà

il personale era rimasto· come sommerso

da una quantità di lavoro simultaneo,

dal ripristino dei locali al restauro,

dalla ricognizione del materiale danneg–

giato alla valanga dei doni , da inventa–

riare, schedare e collocare.

Seguirono i doni della biblioteca Cava–

glià-Cossato, ricca anche di incisioni e

carte geografiche, pervenuta nel 1908,

poi nel 1917 la raccolta del geografo

Guido Cora con una copiosissima car-

toteca, aggiornate di recente con l'ac–

quisto di tutte le tavolette a scala

1 : 25.000 (oltre 4.000) che costituisco–

no la Carta d'Italia edita dall'Istituto

geografico militare.

L'aumento del patrimonio librario e la

difficoltà di contenerlo nell'edificio del–

l'università,

il

problema sollevato dal.–

l'incendio, la necessità

di

reperire lo–

cali nuovi, più idonei ai servizi di bi–

blioteca, avevano convinto

il

Governo

ad emanare nel 1907 una legge per la

costruzione della nuova sede della bi–

blioteca in piazza Carlo Alberto, di

fronte al palazzo Carignano, nell'area

già occupata dalle scuderie, costruite nel

1790 dall'architetto Castelli. Un'area

idonea, perchè centrale e nello stesso

tempo fuori dalle grandi direttrici del

27