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Lo

Biblioteca Reale

La Biblioteca Reale è un prezioso mu–

seo bibliografico di rari libri a stampa,

di manoscritti, incisioni e disegni, for–

manti un complesso di centocinquanta–

mila volumi e opuscoli, quattromila ma–

noscritti, millecento disegni di maestri

italiani e stranieri.

Solo una piccola parte di essa proviene

dall'antica libreria di corte, quasi tutta

divisa tra il 1720 e il 1740 da Vitto–

rio Amedeo II e da Carlo Emanuele II

fra tre biblioteche di nuova istituzione:

quelle della Università, dell'Archivio di

Corte e della Scuola teologica di Su–

perga.

Le superstiti vestigia della biblioteca

sabauda (libri d'ore, di blasoneria, de–

scrizione di feste e balletti, manoscritti

legati a personaggi importanti quali

Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele I ,

Felice V l'Antipapa) conservate nei lo–

cali appositi del primo piano del pa–

lazzo reale venivano nel 1837 da Carlo

Alberto trasportate nell'attuale sede

(l'ala del palazzo sottostante l'Armeria)

riunite con i libri del re, e quelli delle

sue ave Teresa di Carignano princi–

pessa di Lamballe e Giuseppina di Cari–

gnano . l'amica e protettrice dell'abate

di Caluso. La direzione della biblioteca

veniva affidata all'erudito e numisma–

tico Domenico Promis, cui succedevano

nel 1874

il

figlio Vincenzo e in seguito

Domenico Carutti e Antonio Manna.

La Biblioteca possiede

disegni d'eccezionale valore,

italiani e stranieri,

fra i quali spiccano

i

tredici fogli di Leonardo da Vinci

compreso il celeberrimo

autoritratto a sanguigna

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Nuovo Testamento

miniato da Cristoforo De Predis,

nel quindicesimo secolo

Poichè era intento del re che la biblio–

teca - che aveva tra i suoi scopi

quello d'illustrare la storia e la cul–

tura degli Stati sardi - formasse con

1'Armeria e il Medagliere un grande

complesso culturale paragonabile a quel–

lo di Windsor - eruditi da lui inter–

pellati (lo stesso Promis, il Cibrario,

Cesare Saluzzo) fecero coi larghi mezzi

messi a loro disposizione acquisti sul

mercato antiquario europeo in un 'epo–

ca nella quale vi si potevano trovare

ancora pezzi d 'inestimabile valore. Cosl

nel 1847 l'antiquario amatore Giovanni

Volpato cedevaaIla Biblioteca la col–

lezione di disegni da lui formata tra

Parigi e Londra, modesta quantitativa–

mente ma

di

altissima qualità: basti ri–

cordare che ne fanno parte ['

Autori–

tratto

a sanguigna, la testa d'angelo per

la

Vergine delle Rocce

e altri undici

disegni di Leonardo da Vinci, gli unici

Rembrandt di collezioni italiane, insie–

me con un'importante serie di disegni

olandesi. Il nucleo di manoscritti orien–

tali fu assicurato alla Biblioteca da fe–

lici acquisti compiuti dal barone Tecco,

rappresentante sardo a Costantinopoli:

entravano frattanto a far parte della

Biblioteca manoscritti Visconteo-Sfor–

zeschi, Aragonesi, Medicei, Urbinati, dei

Valols e degli Or1éans , codici miniati

da artisti francesi , fiamminghi , lombardi,

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