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La rassegna, che va vista come affermazione di autorità, serietà, capacità di grandi iniziative della nostra città,

presenta i pittori che fecero della politica surrealistica una delle più problematiche inquietudini della nostra epo–

ca - Sul piano pratico un filo diretto arte-industria; a Torino dove c'è la Fiat c'è anche la galleria civica d'arte

moderna che è di gran lunga il museo più attivo d'Italia

La mostra è anche una eccezionale occasione per

vedere opere capitali dell'arte italiana ed europea di questo secolo emigrate verso collezioni di tutto il mondo

La restituzione della totale libertà dell'artista è il denominatore comune di tutta la rassegna; una libertà intesa

come espansione delle ragioni più intime dell'essere contro l'azione alienante d'ogni giorno - Una mostra che ci dà il

segno della segreta inquietudine che affonda le sue radici nella stessa esistenza dell'uomo: "un'ombra di crepuscolo"

La mostra « Le Muse inquietanti» (Maestri del Sur–

realismo), organizzata dall'« Associazione Amici Tori–

nesi dell'arte contemporanea» in collaborazione con

il Museo Civico di Torino e allestita occupando la in–

tera zona del piano terreno e del 1

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piano, destinata

alle ·mostre temporanee, nella sede della Civica Gal–

leria d 'arte moderna, ha rappresentato certamente, nel

corso del 1967, una delle più significative e importanti

mostre di carattere internazionale che si siano tenute

in Europa .

Non è qui il caso di riandare minutamente alle ra–

gioni che hanno consigliato al Comita to

«

Pittori d'og–

gi Francia-Italia» che fu magnificamente attivo tra

il

1951 e il 1961 , di riprendere, dopo alcuni anni di

interruzione, una nuova attività impostata su altri

criteri, intonata ad una nuova situazione artistica e

culturale venuta a determinarsi negli ultimi anni e con

l'intento di dar vita a manifestazioni di più diretto e

convincente contatto con il pubblico.

La mostra ha presentato circa 300 opere la cui scelta

oculata e con criterio rigoroso di qualità, fu opera

felice di Luigi Carluccio. Oltre 150 i prestatori: Mu–

sei, Fondazioni, Gallerie pubbliche e private, colle–

zionisti, dalle varie nazioni europee all'America, oltre

allo stùolo dei generosi prestatori italiani .

Il successo più immediato, quello cioè di pubblico,

è stato veramente grande, possiamo anche dire senza

esagerare «eccezionale », se si pensa che nel giro di

appena 60 giorni (tra cui le forzate stasi delle festività

natalizie) ben 60.000 furono i visitatori: studiosi, cri–

tici, giornalisti, pubblico d'ogni genere, giovane e an–

ziano, preparato o non preparato, scuole, gruppi di

appartenenti a ordini religiosi.

Particolarmente importante, oltre a questo primario

eccellente esito, fu l'a tteggiamento assunto dalla cri–

tica si può dire di ogni paese, con l'intervento massiccio

di propaganda radiofonica e televisiva e con una pub–

blicità diffusa ad ogni livello, dalle riviste d'arte, ai

quotidiani , ai settimanali, alle riviste di più spic–

ciola diffusione. I riconoscimenti sono stati unanimi

ed eventuali sporadiche riserve, quando ragionate e

onestamente esposte, hanno contribuito anch'esse ad

un chiarimento, potendo valere di suggerimento per

manifestazioni successive.

Così come giunsero visitatori da tutti gli strati della

nostra città, come giunsero gruppi e comitive in viag–

gi organizzati dalla Lombardia, dalla Liguria, dal Pa–

dovano e perfino dall'Italia meridionale - e poi

anche dalla Svizzera - , così vollero attentamente

osservare e studiare questa mostra critici d'arte non

solo di tutti i maggiori giornali italiani, ma studiosi

d'arte francesi , tedeschi o anche inglesi, parecchi dei

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quali venuti a Torino esclusivamente a questo scopo.

L'entusiasmo rivolto da pubblico e studiosi alla mo–

stra, è stato in parecchi casi occasione specifica ed

eccellente per far conoscere a molte persone mai pas–

sate per Torino, le collezioni permanenti della nostra .

Civica Galleria d'arte moderna , dando luogo ad ap–

prezzamenti convintissimi e lusinghieri, non solo per

l'edificio, con le sue singolari caratteristiche e possi–

bilità, ma per il suo contenuto di opere, da quelle

(perfino) dell'800, fino a quelle delle correnti più

recenti e di punta. Soprattutto in funzionari di musei

e giornalisti d 'Olanda e d'Inghilterra, la Galleria Ci–

vica di Torino resterà un ricordo indimenticabile, di

cui hanno fatto eco immediata alcuni loro scritti.

Che aggiungere, a dire la soddisfazione di questa pri–

ma esperienza d'unione dell'« Associazione Amici To–

rinesi dell'Arte contemporanea » col Museo Civico?

Bocklin: « Il bosco sacro »

(1 882)

Su 7500 cataloghi stampati, oltre 5000 furono ven–

duti nello stretto giro della durata della mostra e con

richieste provenienti a centinaia da grandi città o lo–

calità minime sperdute delle nazioni più diverse. Di–

mostrazione dunque d'un risultato che non va visto

solo come materiale successo del passeggero periodo

d 'una mostra, ma come affermazione di autorità, se–

rietà, capacità di grandi iniziative da parte di questa

Torino il cui nome, nell'ambito della vita museale

d 'Europa e oltre Europa, si è fatto, guadagnandoselo

con coraggio, impegno e non lievi sacrifici, un posto

di altissimo rilievo, creandosi attorno ammirato con–

senso e, diciamo, anche una certa invidia che ha già

spinto più di un istituto museale straniero ad appog–

giarsi per suggerimenti e collaborazione al nostro

museo.

Luigi Mallè