Table of Contents Table of Contents
Previous Page  599 / 652 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 599 / 652 Next Page
Page Background

La eollina torinese

attraverso

i

tenapi

Un dialogo fitto e interessante fra la collina e Tòrino- Da ostacolo naturale per un razionale trac–

ciato delle strade repubblicane ed imperiali, al tempo del municipium romanum, a fertile agro sotto

la spinta degli ordini monastici attorno ai quali rifiorisce la vita agricola - Chieri

è

la grande rivale

di Torino mentre da Asti manovra l'astuta politica monferrina - Un quadro politico sempre più com–

plesso e grandioso, ma sullo sfondo di lotte e tradimenti la collina

è

un personaggio di primo piano

Per il torinese la collina è un paesag–

gio familiare, offerto a ciascuno che si

affacci alla finestra. Nella mente del po–

polo s'identifica nei punti salienti di

Superga, Monte dei Cappuccini, Cavo–

retto, Parco della rimembranza, e an–

nessi locali di mescita. Nella mente del

romantico (di cui esiste ancora la specie),

è il delizioso rifugio che offre ristoro

e freschezza allo spirito nei suoi verdi

recessi, o sulle sue coste solatie. Nella

mente del geologo è ,l'insoluto proble–

ma alle sue indagini morfologiche, li–

tologiche, paleontologiche. Nella men–

te del geografo è quel complesso di fat–

tori morfologici, pedologici, climatici, di

posizione, che ha dato e dà luogo a par–

ticolari forme di vegetazione e d'insedia–

menti umani, determinanti una geografia

economica e una geografia politica. Nella

mente dello storico è continuo motivo

di riesame interpretativo

di

un elemen–

to geografico, come determinante di

eventi politici, cioè come fattore di

storia.

Poi c'è la collina dell'ingegnere milita–

re, quella dell'ingegnere urbanistico e

infine c'è la collina dell'artista per il

suo eterno presente e per il suo pas–

sato.

Perciò se noi potessimo immaginare un

dialogo tra la collina e Torino, dovrem–

mo immaginarlo fittissimo e interessan–

tissimo. Alcuni brani di questo dialogo

li ho già colti ed evocati, ma l'argomen–

to non si esaurisce.

Dobbiamo ricordare che la nascita del

primo nucleo dei Taurisci avvenne pro–

prio là dove la strada che usciva ed e–

sce dalla valle di Susa, dinanzi all'osta–

colo del Po e della collina si divide in

due, di cui una in direzione nord-est,

e l'altra sud-ovest.

E questa fu la prima battuta del dialo–

go di cui parlavo, anche se tra gli in–

terlocutori non esisteva rapporto, ma

c'eta una connessione,

il

rapporto sa–

rebbe intervenuto più tardi. Al tempo

del municipium romano, la collina era

quell'ostacolo naturale con il quale si

dovevano fare i conti per un razionale

tracciato delle strade repubblicane e im–

periali per le province pedemontane e

ultramontane, non aveva interesse stra–

tegico, in quanto come baluardi difen–

SIVI VI

erano i terrazzi del Po e della

Dora.

Presenza economica

Ma poi anche l'impero esaurisce la sua

funzione storica, e cala la notte medie–

vale con «la pt0cella d'ispide polledre

/ àvare ed unne e cavalier tremendi... »

... Ai Dalmati, Sarmati, Alamanni già

stanziatisi di diritto durante il basso

impero, si sovrappongono Visigoti, Go–

ti, Burgundi, Dnni, Longobardi, Dnga–

ri, Franchi, Saraceni ecc., i cui resti tro–

viamo disseminati da Testona al Lingot–

to alla Barca. E i Taurini? Ecco, di essi

chi ha potuto si è arroccato sulla vici–

na ...montagna,... nelle parti impervie,

non in quelle già fiorenti delle prime

pendici, dove decaddero , o addirittura

scomparvero ricchi centri, come ad e–

sempio Industria.

E così cogliamo la seconda battuta del

dialogo, che si farà più vivace sotto la

spinta degli ordini monastici, attorno ai

quali rifiorisce la vita agricola giù giù,

fino a lambire la piccola città pedemon–

tana con il suo fertile agro.

Ma Torino è ormai un villaggio essen–

zialmente agricolo, già prima non aveva

avuto la fioritura industriale e commer–

ciale di Industria e di Karea; la sua

importanza era stata legata alla sua po–

sizione strategLca ed era stata militare,

e agricola quel tanto che rispondeva ai

bisogni della colonia; ora era una con–

tea, un vescovato, forse un cripto co–

mune nel Sacro Romano Impero. Le

sue vicende medievali sono estrema–

mente complesse. Ad un certo punto

ci accorgiamo che rientra nel grande

gioco della politica ottoniana

favorevo~

le alla formazione di grandi feudi eccle–

siastici non ereditari, piuttosto che lai-

ci con vincoli ereditari. Poi anche il

vescovo-conte si permette autonomie...

non regolamentari, e alle evidenti ne–

cessità economiche di Torino, l'impera–

tore Enrico V nel 111 provvede devol–

vendo alla «città» di Torino i diritti,

« la giustizia» sulla pubblica strada che

scendendo da Segusium va a Roma. La

presenza della collina veniva interpre–

tata in chiave economica : ormai mer–

canti e pellegrini che avessero voluto

percorrere la strada più breve e più si–

cura per andare dai monti al mare,

dall 'Europa di nord-ovest a Roma, dal–

le fiere di Bar sur Aube, Chalons, Tro–

yes, Provin ecc. a Chieri, ad Asti, a

Genova, o viceversa, dovevano essere

setacciati dai gabellieri di Torino, che

aveva posto la sua dogana a S. Am–

brogio di Susa, perché non si.. . ga–

bellassero i gabellieri aggirando Rivoli

verso destra, eludendo

il

pedaggio e

l'obbligatoria sosta di una notte nelle

osterie di Torino, l'uso del ponte, e

del valico del Pino o della Strada di

ValsaIice.

Ma anche i mercadanti di Chieri, Asti,

Alba, Genova, con i loro carri e i loro

muli carichi di spezierie, di tessuti, di

cristalli, zafferano, zenzero ecc. trova–

vano molto più agevole e sicuro salire

al Pino, sceijdere per la strada reale, .

costeggiare la riva destra del Po fino

al ponte di Torino, e trovarsi davanti

47