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Disegno originale della facciata di Palazzo Civico;

reca la firma :

« Franciscus Lanfranchi inv. et fecit,

1659»

venente dotata di molto ingegno, ma troppo presun–

tuosa ed autoritaria, né con la sorella di costei, Mar–

gherita, un fiore di bellezza e di bontà, né con la

nipote del Cardinale Mazzarino, Ortensia Martinoz–

zioE nel nulla erano cadute altresì talune

«

avances

»

nei confronti sia della vedova dell'imperatore Fer–

dinando III, Eleonora di Mantova, che della figlia

dell'Elettore di Sassonia, Sofia, squattrinata, butte–

rata dal vaiolo e,

«

vade retro Satana

»,

di fede pro–

testante! !

Un tenero sentimento, sinceramente contraccambia–

to, spingeva bensì Carlo Emanuele nelle braccia di

una lontana consanguinea Maria Giovanna Battista di

Nemours , figlia unica di Carlo Amedeo di Savoia–

Nemours e di Elisabetta di Vendome, e, quale ultimo

virgulto di questo ramo della famiglia , erede dei pos–

sessi aviti del Faucigny e del Genevese, territori che

un simile imeneo così ben assortito, avrebbe riunito

agli Stati Sabaudi sottraendoli alle cupidigie francesi.

I Savoia-Nemours, infatti, suddividevano la loro re–

sidenza tra Annecy e la Corte di Parigi, che cercava,

con tutti i mezzi, di attirarli nella propria orbita.

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Senonché la grazia frizzante , il brio di Giovanna Bat–

tista e la sua spregiudicata intelligenza insospettirono

Madama Reale, timorosa di veder menomato il pro–

prio dispotico influsso sull'animo dell'arrendevole fi–

gliuolo, qualora il cuore di lui fosse divenuto prigio–

niero di una donna di sì robusto temperamento. A

tali nozze oppose, perciò, un «veto» perentorio ed

irrevocabile!

Pure in cotesta circostanza la volontà della Duchessa

Madre riuscì dunque a trionfare. Gastone d'Orlèans,

infatti, rimasto vedovo nel 1629 di Maria di Borbone–

Montpensier aveva impalmato nel 1632 Margherita

di Lorena: unione anch'essa allietata unicamente da

prole femminile . Orbene, proprio su una delle tre

principesse, nate dal secondo matrimonio del fratello,

la fragile ed ancor adolescente Francesca, cadde la

scelta di Madama Cristina quale futura sposa per l'ir–

requieto e spensierato figlio.

Al marchese Villa, inviato diplomatico sabaudo presso

Luigi XIV è affidato l'incarico di chiedere ufficialmente

la mano della fanciulla che viene agevolmente conces–

sa, mentre, SLn dal novembre del '62, a Torino, me-

Qui sopra: la derivazione dello stile architettonico

del Lanfranchi da quello vitozziano

della facciata della Reggia torinese, appare evidente

nel noto dipinto del Tempesta

conservato nella Galleria Sabauda a Torino.

A sinistra: l'incisione tratta dal Theatrum

mostra la facciata quale avrebbe dovuto risultare

se le concezioni del Lanfranchi

foss ero state integralmente realizzate

diante un'abile regia degli umori popolari, prendon

l'avvio su vasta scala le

dimostrazioni di pubblica al–

legrezza.

Lo scrupoloso cronista de

I Successi,

in data

23 di tale mese, ce ne ha lasciato un pittoresco reso–

conto:

« Domenica

19

corrente grande festa per lial–

legrezza del matrimonio di S.A.R. Madamigella di Va–

lois. Fu cantato il

Te Deum

nella cappella della Città

con l'intervento delle LL. AA. Serenissimi Principi,

dell'Ambasciatore di Venezia, del Consiglio di Stato,

del Senato, delli Signori della Città in corpo e con

sparo di artiglieria e tre salve di moschetteria con ap–

plauso universale e ad effetto che la festa fosse di più

devotione si compiacque la bontà delle LL. AA. far

visitare nella Chiesa il Santissimo Sudario. La sera

medesima cominciò la città a manifestare l'interno giu–

bilo con due Falò nella piazza del Castello con molti

fanali ordinatamente distribuiti in piazza e sovra tutti

li cantoni di Dora Grossa e della T arre di Città. Die–

dero fuoco a li Falò li Sindaci della Città con salve di

moschetteria. Tutte le finestre delle illuminate riguar–

danti le contrade della Città, le piazze di essa e fra

le altre cose era stato con bellissimo ordine copiosa–

mente illuminato il Palazzo comune di essa Città, ave

un concerto di trambette con suoni alternati rispon–

deva ad altro collocato sovra la Torre e componevano

insieme un armonioso dialogo di allegrezza, il che tut–

to fu replicato nella sera di lunedì e martedì

» .

Ai

lO

di marzo 1663, a Parigi nella Cappella del Lou–

vre viene celebrato per procura il rito nuziale. Spetta

ad Eugenio Maurizio di Carignano-Soissons (padre del