

possibilità presentz m vista del futuro.
In tale prospettiva, tali Enti pertanto
assegnano alla Fondazione lo scopo di fa–
vorire ogni iniziativa intesa ad approfon–
dire e diffondere la conoscenza delle con–
dizioni da cui dipende il progresso eco–
nomico, scientifico, sociale e culturale
».
Nell'attuale fase di
«
impianto» quali so–
no le linee programmatiche secondo cui
l'istituzione torinese intende operare?
Ricerche originali
Esse possono essere riassunte essenzial–
mente in tre filoni principali:
a)
allestimento di servizi culturali a be–
neficio della classe dirigente italiana che
le consentano di fare meglio fronte alle
responsabilità dell'ordine e dello sviluppo
internazionale;
b)
organizzazione di interessi culturali
esteri sui problemi dell'Italia e dell'Eu–
ropa;
c)
promozione e sostegno di attività scien–
tifiche e culturali extra-accademiche in
Italia.
mondiale, infine la disponibilità di un
complesso di dotazioni e servizi idonei
a favorire la ricerca, con una grande
biblioteca efficiente, aggiornata, acces–
sibile quasi ininterrottamente, in mo–
do da costituire una vera e propria
« macchina per studiare» rigorosa e
funzionale. Questo miraggio di ogni
ricercatore sarà presto concreto e go–
dibile in Torino, grazie all'intervento
liberalissimo della Fondazione Giovan–
ni Agnelli, che non solo assicura alla
Fondazione
L.
Einaudi un cospicuo
contributo finanziario annuo, ma
S1
prepara ad ospitarne la biblioteca e i
servizi nella sua sede di via Giacosa,
attualmente in costruzione secondo un
progetto lucido e raffinato dell'archi–
tetto Amedeo Albertini.
L'altra caratteristica tipica della Fon–
dazione sta nella concentrazione della
sua attività propulsiva su un'area ben
delimitata anche se vasta e composita:
quella, cioè, delle strutture e dei pro–
blemi dell'Italia odierna. Nell'aprire i
lavori della prima grande manifesta–
zione pubblica promossa dalla Fonda–
zione (il convegno su «Nord e Sud
nella società e nell'economia italiana
di oggi », svoltosi a Torino con largo
successo e qualificatissimi interventi
dal 30 marzo all'8 aprile dello scorso
anno), ebbi occasione di tratteggiare
La Fondazione
è
fin d'ora in grado di
avviare studi con propri collaboratori e
con collaborazioni esterne in ambiti ben
delineati come lo sviluppo dell'impresa
multi-nazionale, l'organizzazione dello
spazio nelle società industriali avanzate
dell'Europa e degli Stati Uniti e sulle
relazioni tra potere politico e quella che,
nella terminologia anglosassone,
è
defi–
nita la
business community.
Altra ricerca che, con più squisito ca–
rattere culturale, rientra in questo com–
plesso
è
quella relativa alla funzione degli
intellettuali nella società industriale.
Il secondo gruppo di iniziative tende a
far convergere interessi culturali esteri
sui problemi del nostro paese e del no–
stro continente, attraverso l'esame da
parte di studiosi stranieri delle trasfor–
mazioni avvenute in questi ultimi anni
nella società italiana ed europea, attra–
verso una maggiore presenza di autori
italiani sulle riviste americane e, infine,
sviluppando i rapporti
C011
istituzioni
americane che hanno specifici interessi
verso l'Europa.
Il terzo gruppo di iniziative è invece ri–
volto a valorizzare, nei campi di inte–
resse della Fondazione, il massimo delle
con queste parole il campo di lavoro
della Fondazione: « Rivolta all'età mo–
derna e contemporanea, la nostra atti–
vità di ricerca si muove fra i due po–
li dell'economia e della storia; ma non
li concepisce come due rami meramen–
te contigui del grande tronco dello
scibile umano , bensì come due mo–
menti dialettici di un'unica realtà. E
ciò non solamente là dove metodo sto–
rico e teoria economica naturalmente
si sovrappongono, come accade nelle
tradizionali discipline della Storia eco–
nomica e della Storia delle dottrine
economiche, ma nella totale ampiezza
del loro ambito, da un lato fornendo
all'economista larghi materiali docu–
mentari per la verifica delle costru–
zioni teoriche, dall'altro integrando la
tradizionale preparazione filologico-uma–
nistica dello storico con una presa di
coscienza della complessa problematica
economica, dei suoi enormi riflessi po–
litici e sociali, delle tecniche specifiche
di accertamento e di interpretazione dei
suoi fenomeni ».
Accanto a questi centrali interessi sto–
rico-economici si pongono poi tutte le
questioni che sorgono dall'analisi di
una società moderna, da quelle propo-'
ste dalla costituzione ' e dal funziona–
mento delle stru'tture politiche a quelle
connesse ai rapporti e ai comportamen-
energie intellettuali di cui il paese dispo–
ne, professionalmente impegnate in set–
tori non accademici.
La Fondazione ha inoltre allo studio op–
portune iniziative volte ad offrire origi–
nali e validi strumenti di interpretazione
ed approfondimento culturale ad elementi
che fanno parte dei quadri dell'industria
italiana: ciò nella visione globale delle
funzioni che nel prossimo futuro tali qua–
dri si troveranno a dover esercitare e per
le quali
è
insufficiente il semplice perfe–
zionamento di tipo professionale.
Da quanto sommariamente delineato ri–
sulta già chiaro quanto la Fondazione
Giovanni Agnelli si scosti nettamente
da un certo modello tradizionale che, sep–
pure nel nostro Paese abbia esempi limi–
tati, sembrerebbe tuttavia da applicarsi,
seguendo i canoni cui si informano nor–
malmente istituti di «servizio» cultu–
rale. I n questo senso l'istituzione torinese
non
è
dunque concepita, e in futuro non
intende, se non in modo del tutto secon–
dario, configurarsi come ente di soste–
gno, di appoggio o di patrocinio di altre
iniziative esistenti. Fa eccezione a questa
direttiva l'assistenza specifica offerta alla
Fondazione Luigi Einaudi, di cui
è
pre-
ti sociali. Viene così a costituirsi, al
di là delle artificiose barriere accade–
miche fra le varie discipline (oggi ar–
bitrariamente dissociate in Facoltà non
comunicanti), il comune dominio delle
scienze dell'uomo inteso non come in–
dividuale entità biologica e psichica,
ma come elemento di un complesso
contesto sociale. Economia e sociolo–
gia, storia e scienza politica, in una
rinnovata unità, respingono così la dif–
fidenza superciliosa, il disprezzo idea–
listico per le scienze sociali, e ne ri–
vendicano il compito primario nell'ap–
profondimento dei problemi della con–
dizione umana e della costruzione ra–
zionale del futuro dell'uomo.
Compito stimolante
Ai due moduli tradizionali di formazione
umanistica - quello giuridico e quello
filosofico-letterario - si affianca così, e
per certi riguardi si contrappone, un
metodo nuovo e concreto, sperimenta–
le e costruttivo, che è destinato a da–
,re frutti copiosi.
In questo territorio sterminato, e per
tante parti incolto, il lavoro della Fori–
dazione Luigi Einaudi è appena comin-
vista l'ospitalità nella stessa sede della
Fondazione Agnelli (in corso di costru–
zione) e con la quale
è
naturale lo svi–
luppo di più stretti rapporti, tenuto con–
to dell'alto livello scientifico della «Ei–
naudi
»,
della sua complementarietà in
alcuni settori d'attività con i compiti isti–
tuzionali dell'« Agnelli» e del fatto che
essa si presenta come l'erede di una tra–
dizione importante e viva a T orino e nel
nostro Paese.
La Fondazione Agnelli intende così por–
tare un suo contributo originale ed inci–
sivo alla soluzione dei problemi cui il
nostro Paese
-
sempre più da integrar–
si, pena il declassamento, in un'area cul–
turale sovranazionale
-
deve far fronte
nei prosszmz anni.
Il fatto che essa sia nata a Torino , è
bene ancora sottolineare, ha in questo
senso un significato e un'importanza del
tutto particolare; e si può anche dire, a
questo proposito, che come la nostra
città attende con interesse l'esordio pub–
blico della Fondazione, con altrettanto
impegno la giovane istituzione attende
una verifica sicura delle ipotesi fatte sul
ruolo di T orino nel futuro.
Vittorino Chiusano
ciato. Ponendo a concorso posti di bor–
sista e di ricercatore, promovendo corsi
e convegni, organizzando ricerche col–
lettive, incrementando con larghezza e
rendendo a tutti disponibile la bibliote–
ca, pubblicando saggi, testi e rassegne,
la Fondazione ha già affrontato questo
suo compito arduo e stimolante.
Nel dettare un suo lucido preambolo
al primo volume degli «Annali» della
Fondazione, che vede la luce in questi
giorni e attesta il buon lavoro già
compiuto, Mario Einaudi, presidente
del Comita'to scientifico, ha scritto:
«La novità dei mezzi dovrebbe essere
di sussidio alla novità delle ,idee. I
diciotto giovani che oggi lavorano in
Fondazione sono dei pionieri: i mez–
zi moderni sono ancora un miraggio...
le idee sono ancora grezze e appena
accennate e ci vorrà non poco tempo
per riuscire a fare in modo efficace
quanto noi vogliamo fare. C'è però
nell'aria l'impressione di essere presen–
ti all'inizio di qualcosa di nuovo ».
Non a caso, ancora una volta, questo
qualcosa di nuovo,
questo serio sfor–
zo di cultura e di civiltà, nasce nel
clima solo apparentemente dimesso, ma
intimamente fervido e creativo della
nostra Torino, aperta come non mai
verso l'Europa e verso l'avvenire.
Luigi Firpo
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