

dicare questo sottile sommovimento in–
teriore. Con la Metafisica esso resta
ancora in una sfera di eccitazione della
fantasia, della nostalgia, del mito e non
è
mai orrifico; col Surrealismo entra nel
groviglio oscuro dei sotto fondi umani,
esplora gli anditi bui dell'arbitrio, del
sesso, delle metamorfosi angosciose de–
gli incubi e delle allucinazioni. La mo–
stra
è
anche un'eccezionale occasione per
vedere opere capitali del!'arte italiana ed
europea di questo secolo emigrate verso
collezioni di tutto il mondo. Il discorso
critico si svolge agevolmente, senza at–
tardarsi in episodi marginali. Max Ernst
Savinio: « Nella foresta» (1928)
e Joan Mirò sono altri due grandi in–
terpreti della rassegna, il primo con la
spettralità delle sue metamorfosi caval–
line '
o
con l'empito gonfio dei semi e
delle linfe che maturano un'ossessiva
flora carnosa, e il secondo con i micro–
organismi nervosi e stellari dei suoi se–
gni folgorati sulla tela quasi con un
gioioso recupero di innocenza infantile.
La sequenza degli artisti e delle opere
è
ancora lunga: Savinio, fratello di De
Chirico, con gli (( antenati" trasformati
Picasso: «Il salvataggio» (1932)