

oriente dal Grande al Piccolo San Bernardo, nell’ alto delle valli Gri-
sanche, Rbémes, di Susa e del Chisone e una zona interrotta in lembi
microscopici, diremmo, alla falda alpina piemontese da Lanzo ad Ivrea.
Possiamo dividere le forme petrografiche secondarie
triasiche
in cal
cari, schisti alluminosi, quarziti, carinole e gessi.
I calcari sono rappresentati da:
Calcare dolomitico bianco o grigiastro a grana cristallina;
Calcare dolomitico subcristallino grigio frammentario, brecciforme
nella massa con venature spatiche, riproducenti i caratteri dei calcari
di Villanova (Mondovì), Rivara, Montaldo Dora;
Calcare brecciato cristallino, colorato in carnicino da sesquiossido
di ferro;
Calcare lastriforme bianco o grigio schistoso colle lamine spalmate
di talco, subcristallino o ceroide od anche compatto;
Calcare brecciato grigio con venature spatiche;
Calcare brecciato a minuti elementi grigi;
Calcare puddingoide grigio a ciottoli schiacciati.
Queste sono le varietà principali di calcari
triasici
che si rivelano
nelle montagne formanti l’antemurale del M. Bianco dal Gran Golliaz
alla punta di Léchaud.
La seconda varietà noi troviamo riprodotta nei lembi
secondarii
della
Thuille e da Morgex al Gran San Bernardo come in alto di valle di
Susa e nei lembi calcari tra il Mallone e la Serra d’Ivrea. Aggiunge
remo un calcare cristallino bianco a fini elementi farinosi, cioè facilmente
sgranabile colle dita, che incontrasi ancora in quelle prime località
indicate.
Ai calcari si rannodano i gessi e le carinole: i gessi s’ incontrano
nei pressi del monte Bianco, in vai della Thuille, verso il Gran S. Ber
nardo, in valle di Susa, ora sotto forma di gesso saccaroide bianco in
masse di qualche importanza, specialmente nel vallone di Dolonne presso
Courmayeur, ora coll’aspetto terroso, niviforme, bianchissimo, come al
Moncenisio ed in altri siti : quest’ultimo può anche essere inquinato da
carniola e prende allora tinta giallastra.
Le carniole abbondano anch’esse nelle formazioni
triasiche
della zona
occidentale e sono rappresentate da un calcare giallo cavernoso, a cavità
grossolanamente poliedriche di varie dimensioni, ripiene talora di una
sabbia cristallina o dolomitica o silicea. Tal’altra volta le carniole sono
meno dure, a struttora marcatamente terrosa e fanno passaggio a cal
cari terrosi giallo-fulvi e giallo-bruni. Per la genesi dei gessi è a no
tarsi che nelle vicinanze del monte Bianco non è raro incontrare delle
rocce calcari in incipiente gessificazione, per cui è probabile che in molti
DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO
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