

viamo nelle
alluvioni plioceniche
lungi dalle Alpi, di vivere nei pressi
delle falde alpine: e pel primo fatto l’autore ha ragione, gli agenti co
struttori delle
alluvioni plioceniche
sono di origine appenninica e molto
diversi dagli alpini, sia per poderosità che per modo d’azione, ed è per
ciò che noi crediamo che le
alluvioni plioceniche
di Villafranca ed altre
località non siansi mai formate al piede delle Alpi, e costituiscano in
vece una formazione al tutto distinta dalle masse
diluviali
che si for
marono al piede delle Alpi; e su ciò già ci fermammo a suo tempo.
Riguardo poi ai resti di animali noi ci domandiamo se una quarantina,
di chilometri di distanza, riducibile anche di molto a rigore di ter
mine, possa modificare talmente il clima in un ambiente appartenente
ad una istessa valle, da determinare barriera insuperabile alla diffu
sione di una specie. Epperò noi rimaniamo fermi nel nostro concetto
già espresso che: 1° colle sabbie dell’ asiano
marino
termina deci
samente la fase
pliocenica marina; 2°
che il
quaternario
s’inizia colle
alluvioni
che troviamo meglio chiamate
postplioceniche
al piede appen
ninico; 3° che il
diluvium antico
è la prima formazione
quaternaria
al
piede delle Alpi; 4° che le
alluvioni postplioceniche
ad elementi minuti
in rivestimenti ampii e poco potenti relativamente sono formazione ben
distinta e per natura ed azione degli agenti appenninici costruttori, dal
diluvium antico
al piede alpino ad elementi grossolani e variabilissimi,,
come vedremo più avanti, in accumuli che sono coni di deiezione ori
ginati da poderose correnti alpine; 5° che i coni di deiezione
recenti
,
il
diluvium recente,
come quelli della Dora Riparia non possono avere
alcun rapporto colle
alluvioni postplioceniche
essendo essi già il risul
tato di una ricostruzione con materiali del demolito
diluvium antico.
Nell’1886 il Sacco pubblicava nel
Bollettino del R° Comitato Geolo
gico
un altro lavoro col titolo:
I l Villafranchiano al piede delle Alpi.
In esso accenna all’esistenza nelle colline astesi
verso Ovest al disopra
dei terreni marini [sabbie gialle
dell’
astiano)
di potenti depositi ghia
iosi, sabbiosi e marnosi di origine fluvio-lacustre,
pleistocene
di Lyell,
alluvioni plioceniche
di Gastaldi,
villafranchiano
di Pareto, riferite da
alcuni al
pliocene superiore
, da altri, compreso il Gastaldi, al
quater
nario
di cui formebbero la base. L ’autore ne forma l’ultimo membro del
pliocene,
noi ne facciamo il primo del
quaternario
a
facies
appenninico,
il che non compromette per nulla la questione su terreni in altre loca
lità riferite dall’autore pure al
villafranchiano.
L'autore afferma che detto
terreno esiste in generale al piede della catena alpino-appenninica e che
se non fu riconsciuto prima dipende o dall’essere mascherato da terreni
quaternarii
o dall'essere stato eroso e rimaneggiato da acque
diluviali,
o
specialmente perchè esso
si presenta quivi con un facies litologico e
DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO
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