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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA

logica delle regioni circostanti ai bacini lacustri e torbiferi. Vediamo

in esso scritto citata la variolite in posto in grandi lenti a Nord Ovest

del castello di Avigliana; noi non abbiamo mai veduto tal roccia in

quel sito, può darsi siaci sfuggita; del resto questo è un fatto di lieve

importanza. Per riguardo al

diluvium

il Sacco ingloba in una sola for­

mazione ed il

diluvium

a grossi elementi di Coazze, Giaveno, nell’alto

della valle del Sangone, e quello a ciottoli più piccoli, dilavati che mo­

strasi al Colombè, sotto il masso erratico

Pietra Forcèra

in corrispon­

denza del lago di Trana o Piccolo, e nel Rio Freddo, rivelantesi sotto

il

morenico

abraso in quei punti ; già avemmo occasione di enunciare

la nostra opinione al riguardo, che, cioè, mentre è da ascriversi il primo

al

diluvium antico

, deve riferirsi il secondo al

diluvium recente

già pro­

dotto dalla demolizione ed a spese del primo.

Probabilmente al

diluvium recente

va ascritto ancora quello che il

Sacco chiama

diluvium antico

o

pseudo diluvium

in basso del

diluvium

antico

tra Giaveno e Coazze e formato di elementi rimaneggiati di

questo istesso

diluvium antico.

Riferisce ancora allo

alluvium antico

le

alluvioni glaciali

che sottostanno e sovrastanno alla

morena profonda

dell’antico ghiacciaio che occupava il bacino dei laghi. Già esponemmo

come avanzandosi un grande ghiacciaio si faccia precedere da un espan­

dimento più o meno potente di ghiaie, sabbie e talora limo provenienti

da materiali

morenici

divelti dalle acque torrenziali di fusione del ghiac­

ciaio stesso; in genere le ghiaie sono meno ciottolose di quelle di fiume,

a frammenti meno arrotondati. Il ghiacciaio sopravvenendo vi spalma

sopra la

morena profonda

, che per pressione si condensa e si fa com­

patta, inglobando massi

morenici.

Nel ritirarsi il ghiacciaio può ricoprire ancora di

alluvioni glaciali

la

morena profonda

sulle quali talora posa altra formazione

morenica

,

quando succedono alternative di avanzamento e di ritiro. La circolazione

delle acque profonde è quanto mai influenzata da queste alternanze e

ce ne occuperemo nel capitolo corrispondente della parte applicata. In

genere le opinioni espresse dal Sacco in quell’opuscolo citato non diver­

sificano gran che da quelle da noi prima e dopo nutrite.

.

Un lavoro di indole più specialmente locale è quello pubblicato dal

Sacco nel 1888 nel

Bollettino della Società Geologica italiana

col titolo:

I l cono di deiezione della Stura di Lanzo.

Divisi i terreni

quaternarii

in anfiteatri

morenici

e coni di deiezione a seconda se originati da cor­

renti glaciali o correnti fluviali, l’autore passa all’esame di formazioni

riferite da esso a varii piani geologici a cominciare dal

pliocene infe­

riore., piacentino.

Dice che tra Valperga e Pertusio nel fondo dei bur­

roni veggonsi affiorare tra marne e sabbie del

pliocene superiore

strati