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strati, ed anche (/rossi banchi ciottolosi giallo-rossicci

, alternanze ancor

ripetute di sabbie, marne anche a lignite, coll’ingrossamento degli ele­

menti verso l’alto, con strati argillosabbiosi, utilizzati per stoviglie, cor­

rispondenti perfettamente a quelli di Castellamonte.

Ci domandiano quale differenza esista tra quello che l’autore chiama

piacentino,

da quello che riferisce

zWastiano

od al

fossaniano.

Ora sono

più fini gli elementi, or più grossolani con una più spiccata tendenza

aH’aumento di volume in alto, come si verifica nella valletta della Fan-

daglia; rispondenti le varianti a periodi di minore o maggior violenza

delle correnti

diluviane,

con tendenza marcata nell’ ultimo periodo ad

aumento ragguardevole di poderosità. Secondo l’autore questo

fossaniano

cesserebbe completamente ad Ovest di Levone allo sperone

permiano

di Madonna dell’Annunziata, ed il

pliocene superiore

non sarebbe più

rappresentato che dal

villafranchiano.

Però ammette che nel Rio delle

Lombarde, Uri, a Nord di Barbania, alcuni potenti depositi sabbioso-

ciottolosi siano ancora

fossaniani

passanti al

villafranchiano.

In quella

località si hanno a varie riprese lenti argillose, ed a varii livelli, come

risulta da nostre osservazioni, identiche a quelle di Levone e Castella­

monte, utilizzate anche per stoviglie, anche così elevate da entrare nelle

formazioni che il Sacco attribuisce al

quaternario,

o

sahariano,

o

di­

luvium.

Il

villafranchiano

poi è ancora di banchi sabbiosi, ghiaiosi, ciot­

tolosi, con alternanze argillose giallo-grigiastre o verdastre; e già ne ab­

biamo tenuto parola per la vailetta di Fandaglia. Questo

villafranchiano

si scopre cogli stessi caratteri in molti valloni profondamente incisi nel

cono di deiezione della Stura di Lanzo, nel Rio Secco sopra Front, nel

Rio Maggiore, ed in quelli che sboccano al piano tra Rivarossa e Vol-

piano, e nella valle della Ceronda da Baratonia fino a Sud della Cassa ;

« nulla abbiamo ad aggiungere a questo riguardo a quanto già espo­

nemmo a combattere l’opinione del Sacco che tali depositi siano da

ascriversi al

pliocene,

al

villafranchiano,

anche con

facies

subalpino;

essi non rappresentano che uno dei modi di presentarsi del

diluvium

antico

formatosi in condizioni speciali. Lo stesso autore ammette la dif­

ficoltà di separare il suo

villafranchiano

dal

sahariano, diluvium qua­

ternario,

e per la separazione si basa unicamente sulla poca permea­

bilità dei banchi

villafranchiani

in confronto degli ammassi

diluviani,

sahariani,

per cui formano letto alle acque filtranti, sotterranee ; questo

argomento sul quale già ci fermammo è veramente di valore minimo.

Le ligniti abbondano, in qualche punto paragonabili a quelle di Leffe,

Diimten, Wetzikon, Utznach da tutti ritenute

quaternarie,

meno che dal

Sacco. La serie di nomi che l’autore porta come adoperati ad indicare

queste formazioni indica non confusione, ma concordanza generale a ri­

DEL TERRITORIO DELLA. PROVINCIA DI TORINO

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