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nate, terrazze, ricoperte da

alluvioni postglaciali

, più o meno

recenti;

e

questo lavoro perdura tuttavia, essendo in corso precisamente quest’ultima

fase della storia geologica.

La successione cronologica mentovata dei fenomeni geologici sta evi­

dente per i nostri paesi, e noi non abbiamo in mente di ricercare ora

a quali altri fenomeni in altre regioni terrestri corrispondessero per sin­

cronismo quelli avvenuti nelle regioni nostre. Lo stabilire il sincronismo

dei fenomeni

quaternarii

in paesi diversi e distanti riesce molto diffi­

cile, giacché appunto nel

quaternario

le varianti di locali condizioni

hanno influito grandemente a produrre fatti geologici diversissimi nelle

diverse regioni. Egli è per ciò che noi assistiamo con un certo rincre­

scimento agli sforzi, diremo febbrili, che oggidì fanno molti geologi, per

ordinare, classificare cronologicamente e sincronizzare questi fenomeni

quaternarii

, ed inglobare sotto appellativi comuni fenomeni diversissimi,

avvenuti in regioni distanti per numerosissimi agenti, disparatissimi, in

condizioni estremamente varie ; non che questi sforzi non siano lodevoli,

ma è in noi il timore che i risultati non abbiano a riuscire veramente

utili al progresso scientifico, per la precipitazione con cui si procede in

questo lavoro ordinatore, quando non ancor completi sono gli studi delle

speciali regioni: può darsi che il nostro timore non abbia ragione di

essere, ed in tal caso tanto meglio per la scienza. Un esempio intanto

della grande diversità di fenomeni avvenuti nel

quaternario

in diverse

regioni, anche non distanti, noi l ’abbiamo nel territorio stesso della no­

stra provincia.

'

Sulla destra del Po, sappiamo già, si elevano le così dette colline di

Torino, formate di terreni

cenozoici,

e rivestite in parte, a valle di Chieri,

da terreni

neozoici

,

villafranchiano

e piani

quaternarii

più giovani.

Durante il periodo

diluvio-glaciale

non potevano certamente verificarsi

per le colline^ torinesi quei fenomeni che per le Alpi si verificarono ;

quindi nè

diluvium aulico,

diluvium recente

, nè

formazioni glaciali:

purnondimeno anche per le colline torinesi si ebbe un’abbondantissima

precipitazione meteorica, mentre questa in iscala ben più vasta avveniva

per le Alpi durante la prima parte del

quaternario.

Ecco come per va­

riate circostanze locali, ammessa anche identità di agenti, di cause

determinanti, dovevano prodursi effetti diversi in regioni vicinissime,

separate, si può dire, oggidì dal solco alveo padano. Il Sacco in un suo

lavoro intitolato:

I terreni quaternarii della collina di Torino

, pubbli­

cato dalla Società Italiana di scienze naturali nel 1887, ha tentato di

sincronizzare le

formazioni quaternarie

della collina di Torino con quelle

della valle padana; ma appunto per la diversità grandissima di condi­

zioni, nelle quali le formazioni si costituirono, e per diversità di mec­

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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