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DELLA PROVINCIA DI TORINO

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Ed eccoci alla grande valle della Dora Baltea. Essa, come sappiamo,

taglia l’allineamento interno di elissoidi, raggiunge il solco

sinclinale

che intercede tra esso allineamento interno e quello esterno del Monte

Bianco, contro la massa del quale termina ad un tratto. Il solco ac­

cennato è via naturale al valico delle Graie verso Sud-Ovest, delle Pen­

nino a Nord Est; ed infatti due grandi vie militari romane tendevano

dall

'Augusta Praetoria,

Aosta, ai due grandi varchi ora del Grande e

Piccolo San Bernardo, diramantisi dall’unica, che da

Eporedia

, Ivrea,

giungeva ad Aosta. Da Ivrea si possono seguire le vestigia di questa

grandiosa via, percorsa ancora da veicoli per alcuni tratti un mezzo se­

colo addietro, sulle rupi della sinistra fino a Pont St-Martin, ove uno

stupendo ponte romano scavalca ancora oggidì il torrente Lys; resti si

incontrano nella rupe tagliata a scalpello di Donnas, nella traversata

di Bard, nell’angusta e ripida gola di Montjovet; da pochi anni è caduto

il ponte romano prima di giungere a St-Vincent e ne rimangono i p ia ­

stroni di sponda; sepolto sotto le deiezioni del Buthier è quasi comple­

tamente scomparso alla vista il ponte romano di entrata ad Aosta. Era

questa una via stupenda per opere d’arte e suscettibile del passaggio di

veicoli, e la corriera Ivrea-Aosta percorreva qualche diecina di anni or

sono la strada romana tra Donnas e Bard incisa sulla rupe e senza che

posteriori allargamenti la rendessero più adatta al transito. Da Aosta

troviamo le traccie della strada romana a Villeneuve, all’ antico ponte

romano di Liverogne, alla stretta di Avise, alla Pierre Taillée ; poi per

Derby,

Arebricium

, giungeva a Pré-St-Didier, ed infilando la geologica

depressione già mentovata, risaliva la valle della Thuille, giungeva al

villaggio di questo nome, l’antica

Ariolica

, ove numerose antichità ro­

mane furono rinvenute; poscia raggiungeva oltre a 2000 metri d’altitu­

dine l’attuale valico del Piccolo S. Bernardo, donde scendeva in Taran-

tasia. Questo è il passo dell

'Alpis Graia

di Strabone, del

Mons Graius

di Tacito, il

Sallus Graius

di Cornelio Nepote, nomi provenienti dal

celtico

grau,

grigio, pel color grigiastro delle rocce. Prima dei Romani

lo percorrevano Centroni e Salassi provenienti dai due versanti. La via

romana fu costrutta 140 anni circa av. C., e se poche sono le vestigia

rimaste di questa splendida via, si deve alle vandaliche devastazioni del

francese De Hoquette, che nel 1691 scendeva glorioso saccheggiatore della

valle di Aosta fino a Bard, ed in Francia se ne tornava. Al valico ri­

mangono una colonna di fattura romana, la

Columna Iovis,

le tracce

di una stazione e di un vallo romano. Un

¡cromlech

, circolo di pietre

avente 72 metri di diametro, indica l’antichissima presenza di un tempio

druidico, ed è tale testimonianza che fa rimontare a ben più remote età

che non l’epoca romana la scoperta e la frequentazione di questo valico

tra le valli della Dora Baltea e dellTsère.